«Riconoscersi servi inutili», a Caravaggio la Prima Messa di don Claudio Mario Bressani

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Foto gentilmente concesse dallo Studio fotografico Tadini Gianfranco

 

«Riconoscersi servi inutili». Così don Claudio Mario Bressani ha esordito domenica 11 giugno nel suo saluto alla comunità parrocchiale caravaggina riunita in mattinata nella chiesa dei Santi Fermo e Rustico per la Messa con processione del Corpus Domini. Messa che è stata anche la prima celebrata dal novello prete caravaggino, quarant’anni, ordinato nella serata del 10 giugno in Cattedrale dal vescovo Antonio Napolioni insieme ai compagni di Seminario don Andrea Bani, don Alex Malfasi e don Jacopo Mariotti.

«Riconoscersi servi inutili – ha detto il novello sacerdote – fa nascere il desiderio e il bisogno di dire dei grazie. Il primo è a Dio, perché dopo il dono della vita, e nonostante i miei limiti e le mie fragilità, ha avuto la pazienza di mostrarmi ogni giorno il suo volto di misericordia donandomi la forza di perseverare nei momenti di fatica». E ancora: «Ci ha messo parecchio a farmi comprendere e a farmi accettare la strada che aveva scelto per me».

 

Le parole di don Claudio Mario Bressani

 

Nella sua lunga serie di ringraziamenti don Claudio non ha tralasciato nessuno: i genitori («che non hanno mai mancato di sostenermi nelle scelte e nelle strade che ho percorso»), i nonni (definiti «maestri di una vita spesa nell’amore e nella dedizione reciproca»), il fratello Davide con Valeria e la nipotina Azzurra, il vescovo Antonio Napolioni che l’ha consacrato e gli altri vescovi presenti all’ordinazione, i tanti amici, i preti del seminario di Cremona e le comunità e i gruppi che ha servito in questi anni (dalla Bassa Bergamasca alla periferia di Cremona fino al Viadanese, ma anche l’équipe diocesana di pastorale vocazionale). Naturalmente senza dimenticare la sua comunità, quella di Caravaggio che si è stretta attorno al novello sacerdote a dieci anni di distanza dall’ultima ordinazione sacerdotale di un caravaggino, quella di don Michele Rocchetti.

L’omelia è stata affidata al parroco di Caravaggio, mons. Giansante Fusar Imperatore: «Siamo qui a pregare per te perché si avveri quello che il vescovo di ha detto esortandoti, mentre ti consegnava il pane e il vino ricevuto dal popolo di Dio: renditi conto di ciò che farai. In ciò che celebrerai conforma la tua vita al mistero della croce. La croce è quell’elemento che si staglia fra il cielo e la terra, è il servizio che come sacerdote sarai chiamato a svolgere laddove il vescovo ti manderà». «Quello stare fra il cielo e la terra – ha detto ancora il parroco di Caravaggio – che compone la sofferenza e la gioia del ministero sacerdotale. Questo stare fra cielo e terra che deve portarci continuamente a custodire la memoria del cielo».

 

L’omelia del parroco di Caravaggio

 

La Messa, animata dalle voci dei cantori della corale Don Domenico Vecchi, è iniziata alle 10.30. Erano presenti, fra gli altri, gli scout del gruppo di Caravaggio, i cresimati con tunica bianca, e la rappresentanza dell’Amministrazione comunale a nome della quale il sindaco Claudio Bolandrini ha donato a don Bressani un quadro raffigurante la chiesa parrocchiale.

La banda musicale di Caravaggio ha invece accompagnato l’arrivo in chiesa del giovane sacerdote e la processione con il Santissimo Sacramento per le via della città.

La prima destinazione di don Bressani è già nota: inizierà il suo ministero nel Mantovano, come vicario nell’unità pastorale “Maria Madre della Chiesa”, formata dalle parrocchie di Sabbioneta, Breda Cisoni, Ponteterra e Villa Pasquali.

 

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