“Un cuore che batte”, in tutti i Comuni la possibilità di firmare per la proposta di legge

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Una iniziativa nazionale in difesa della vita. È quanto promosso dal Comitato della proposta di legge “Un cuore che batte” che chiede l’introduzione, nell’art. 14 della Legge 194 del 1978, del comma 1-bis, che prevede l’obbligo per il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza, di far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso.

Per presentare questa proposta di legge in Parlamento è necessario raggiungere almeno 50mila firme entro il 7 novembre. Il Comitato della proposta di legge “Un cuore che batte” invita ciascuno a fare la propria parte. I moduli e tutta la documentazione necessaria per l’attivazione della raccolta firme sono stati inviati in tutti i Comuni d’Italia, cui occorre rivolgersi per aderire. Per sapere in quale ufficio e in quali orari sé possibile firmare occorre contattare il proprio Comune di residenza. Nel caso non sia stata ancora attivata la raccolta firme telefonare al 346-7035866.

«Negli Stati in cui quest’obbligo è stato approvato – sottolineano i promotori di questa iniziativa nazionale – sono stati salvati migliaia di bambini. Il diritto alla vita, che è il diritto fondamentale di tutti i diritti umani, è inviolabile ed è necessario che la società tutta si ponga a difesa della vita del concepito e del vero bene della donna, a maggior ragione è chiamato a mobilitarsi il cristiano, in quanto l’aborto viola il comandamento di non uccidere».

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Con la proposta di legge “Un cuore che batte” i promotori intendono garantire piena applicazione alla legge sul consenso informato. «È obbligo giuridico e deontologico del medico – ricordano i promotori della proposta di legge – che la donna abbia il diritto di essere resa consapevole della vita che porta nel grembo, una vita con un cuore che pulsa. Quindi il medico che effettua la visita che precede l’aborto, ha l’obbligo di fornire un’informazione cruciale, che né per legge divina né per il diritto naturale, può sottacere alla donna». E proseguono: «La dottrina cattolica ci esorta a sostenere proposte mirate a limitare i danni di una legge abortista, quando non fosse possibile scongiurarla o abrogarla completamente. Così facendo si compie un legittimo e doveroso tentativo di limitarne gli aspetti iniqui (Evangelium Vitae, n. 73)».

La Chiesa ha sempre preso una posizione chiara contro l’aborto, perché “Se i Vescovi italiani, insieme al Papa, prendono posizione contro l’iniqua legge che sancisce l’aborto, non è, come taluno insinua, per intromettersi nelle cose della politica. Essi adempiono semplicemente al loro ufficio di pastori, di servi e custodi della Verità da Dio rivelata e stampata nel cuore umano. Tacendo, sarebbero essi stessi condannati dal Signore…” (Papa Luciani).

Per ulteriori informazioni visitare il sito internet www.oraetlaboraindifesadellavita.org o contattare il 346-7035866 oppure scrivendo a uncuorechebatte@tiscali.it.

La locandina informativa