Chiesa di Casa, le sfide della povertà e del volontariato oggi nel ricordo del patrono Omobono

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Alla vigilia delle celebrazioni di sant’Omobono, in diocesi è significativo porre l’attenzione sulla povertà, tematica cara al patrono cremonese. Proprio per questo motivo la nuova puntata di Chiesa di casa, il talk di approfondimento diocesano, ha posto il focus proprio sulla fragilità e sulle esperienze di carità presenti sul territorio.

«Omobono era un laico – ha raccontato Massimo Fertonani, presidente della Conferenza centrale della San Vincenzo de’ Paoli di Cremona – ed era piuttosto benestante. Proprio a partire da questa sua condizione ha messo a disposizione buona parte delle sue sostanze per aiutare il prossimo. Questo non è solo un esempio, ma ricalca fedelmente l’attualità. Oggi i nostri volontari donano non solo denaro, ma soprattutto il loro tempo in favore dei molti che si trovano in situazioni di necessità».

A dare, poi, una fotografia, a livello macroscopico, della situazione attuale è stato Stefano Lampertico, direttore del giornale di strada Scarp de’ tenis. «I numeri ci parlano di una povertà in aumento, che significa molte cose diverse. I centri di ascolto Caritas raccontano bisogni differenti a cui, troppo spesso, si fatica a far fronte».

Molte sono dunque le necessità, spesso parecchio differenziate tra loro. Ad avere un’attenzione particolare al territorio è stato Giuseppe Spriveri, assistente sociale del Comune di Cremona, che ha raccontato di quante siano «le sfaccettature della povertà: dal minore che ha bisogno di assistenza, alla famiglia che fatica a pagare le bollette. Ciò che, però, rimane invariato, è lo stile che ci deve caratterizzare. L’invito che, come assistenti sociali, ci sentiamo rivolgere è quello di guardare all’altro come a una persona, non semplicemente un povero che va aiutato».

Significativa allora è nuovamente la figura di Omobono che, come testimoniato da Fertonani, «ha acquisito presso i suoi concittadini una notevole autorevolezza. Era normale che intervenisse nel placare le contese, e le persone si fidavano di lui proprio perché il suo spendersi per le altre persone lo rendeva figura affidabile e di riferimento».

«Ancora oggi sono molti, per fortuna, coloro che testimoniano la carità con la propria vita – ha sottolineato Lampertico – e che offrono un bellissimo esempio di dedizione e cura nel quotidiano, senza ricorrere a gesti eclatanti».

La presenza sul territorio diventa allora fondamentale, secondo Spriveri, «soprattutto nei volti che si incontrano, prima che dalle iniziative istituzionali. C’è una rete di associazioni e volontari che lavorano e si spendono per le varie necessità che incontriamo. Ci sono poi tutti quegli interventi più nascosti, che prevedono un interfacciamento con enti come San Vincenzo e Caritas per le situazioni particolari relative all’accoglienza e al soddisfacimento dei bisogni primari».

Raccogliere e comprendere le esigenze e le fatiche delle persone non sempre è semplice. «Con Scarp de’ tenis abbiamo un osservatorio privilegiato – ha concluso Lampertico – perché grazie al contatto con i vari uffici Caritas riusciamo ad avere sempre una fotografia ben chiara della situazione, oltre alla possibilità di incontrare volti, persone e storie che ci aiutano a promuovere e sostenere le iniziative di carità presenti sul territorio».