Chiese lombarde, un cammino comune per la famiglia e la vita

Dal 29 gennaio i Vescovi lombardi a Roma per la Visita ad limina: ai Dicasteri vaticani sarà monsignor Antonio Napolioni a presentare le relazioni su pastorale familiare e tutela minori
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Sarà il vescovo Antonio Napolioni a presentare nei Dicasteri vaticani quanto e come le Diocesi lombarde hanno camminato e lavorato insieme negli ultimi dieci anni sul tema della pastorale familiare e su quello della tutela minori. Da domani, infatti, inizia la Visita ad limina dei vescovi della Lombardia, un pellegrinaggio a Roma sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo, l’incontro con il Santo Padre per descrivere le situazioni locali, «un momento che rende ancora più manifesta la collegialità quale dimensione necessaria per la Chiesa sinodale», come l’ha definita il cardinal Matteo Zuppi, presidente della Cei.

Dal 2013 (data dell’ultima Visita ad limina) la Consulta regionale di pastorale familiare, formata dalle coppie incaricate in ogni diocesi di occuparsi di questi temi insieme a sacerdoti, religiosi, diaconi permanenti, ha fatto passi da gigante. «Si riunisce minimo quattro volte l’anno in un clima di passione, condivisione e impegno, tanto che stiamo coltivando una formula residenziale ogni settembre per impostare l’anno», spiega Napolioni, vescovo delegato in regione per la Pastorale per la famiglia e la vita. I campi di lavoro e di riflessione non sono stati pochi: «La stesura di orientamenti comuni per la preparazione al matrimonio; il confronto sulla pastorale delle persone separate, divorziate o di nuova unione, il sostegno alla rete dei consultori familiari di ispirazione cristiana, le problematiche relative al gender, il percorso di accoglienza e studio dell’Amoris laetitia allargato non solo ai membri della consulta, per avere una sensibilità condivisa e responsabili ben formati». Da quest’ultimo tema è nata la lettera Camminiamo famiglie pubblicata dai vescovi lombardi e rivolta a sacerdoti e comunità «per testimoniare – spiega Napolioni – la comunione nel recepire le prospettive aperte dall’Amoris laetitia che poi i singoli vescovi hanno dettagliato dal punto di vista operativo». Le diocesi lombarde sono oggi in cammino con la volontà di favorire «il protagonismo degli sposi e della famiglia nella vita della comunità cristiana», chiarisce ancora il vescovo di Cremona che terrà la «ponenza» (così si chiama l’esposizione introduttiva) al Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.

«In diocesi si lavora per avere esperienze pilota sul valore della comunità cristiana come famiglia di famiglie». Così il vescovo racconta poi l’impegno in Diocesi di Cremona per perseguire l’idea di Chiesa vissuta come «corresponsabilità tra preti, consacrati e sposi». Si tratta di uno dei temi più importanti su cui lavora la Consulta regionale di Pastorale familiare. «La famiglia è la trama della vita comunitaria e deve nelle parrocchie dettare, in un certo senso, il linguaggio e l’agenda della parrocchia». Si sta cercando di «caratterizzare alcuni luoghi pastorali pensandoli non più solo al maschile o al clericale grazie al contributo di consacrate e famiglie». Alcuni esempi: la Casa di Maria a Caravaggio, la Pastorale giovanile, la Caritas, il Seminario. L’obiettivo è leggere la comunità come una famiglia in una «sinfonia di visioni».

E in cammino la Lombardia è anche per quanto concerne la Tutela dei minori, per la quale il vescovo Napolioni è referente regionale e su cui «la Cei – chiarisce – ha espresso nel 2019 delle linee guida, sulla scorta delle quali è stato organizzato un servizio regionale (che ha un vescovo responsabile, un coordinatore e un gruppo di esperti) e parallelamente dei servizi in tutte le diocesi». Sono stati attivati centri di ascolto, corsi di formazione, realizzati sussidi anche per affrontare la tutela dei minori sul web e attività varie di prevenzione. Questo perché «ci dev’essere la massima fiducia nella Chiesa».

 

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