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«Anima e mente: la forza di un’amicizia che continua con noi». E davvero le anime e le menti sono state al centro della solenne e commovente commemorazione di Mario Gnocchi e Massimo Marcocchi, che si è tenuta giovedì pomeriggio in una gremita Sala dei Quadri del palazzo comunale di Cremona, promossa dall’Amministrazione comunale in accordo con le famiglie degli indimenticati studiosi cremonesi, che hanno segnato nel profondo la cultura non solo del territorio, ma anche nazionale ed europea. Testimoni, legati ai due studiosi da strettissimi vincoli professionali e umani, i relatori dell’incontro, coordinati da Luca Beltrami: Simone Morandini, dell’Istituto di Studi ecumenici San Bernardino di Venezia; Nadia Ebani, dell’Università di Verona; Annarosa Dordoni, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Paola Bignardi, già presidente nazionale dell’Azione Cattolica; il sindaco Gianluca Galimberti. Presente anche il vescovo di Cremona Antonio Napolioni.

Ha introdotto l’incontro la presentazione della biografia dei due studiosi.

Dopo una breve esperienza di assistentato nell’università di Pavia, Mario Gnocchi (1934-2023) inizia l’insegnamento a Crema e poi a Cremona al liceo classico Manin, dove insegna Letteratura italiana e Latino dal 1961 al 1995. Negli anni ’70 aderisce all’associazione Sae (Segretariato attività ecumeniche), divenendo dapprima presidente del gruppo di Cremona e poi a livello nazionale dal 2004 al 2012.

Massimo Marcocchi (1931-2020) svolge il suo percorso di insegnamento universitario a Pavia, poi a Chieti e infine all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Partecipa alla vita ecclesiale cremonese, ricoprendo l’incarico di presidente del Gruppo laureati cattolici di Cremona, precedendo l’amico Gnocchi. Per suo impulso il Gruppo laureati di Ac si apre all’incontro con la Chiesa Protestante Metodista, tuttora presente in città.

Prendendo la parola Nadia Ebani ha delineato il profilo di Mario Gnocchi come uomo e insegnante, ripercorrendone la ricca formazione che ne ha segnato produzione e testimonianza, attraverso rigorose e intelligenti coordinate metodologiche caratterizzate sempre da un approccio non moralistico, ma sanamente laicale. Le ha fatto eco Simone Morandini, con accenti allo stesso tempo commossi e carichi di cristiana serenità. Un presenza significativa, quella di «Meo» Gnocchi, – ha sottolineato – capillare, competente, attenta alle persone. E appassionata della e per l’unità dei cristiani, a partire dal Concilio Vaticano II, che aveva delineato le coordinate di un fronte inedito. Lui che a lung ricoprì il ruolo di presidente nazionale del Segretariato per le attività ecumeniche. Il tutto sempre «con straordinaria lucidità di sguardo», nella capacità di tessere relazioni vive, calde, coinvolgenti anche con i cosiddetti lontani.

Sotto la guida del professor Marcocchi (docente di Storia del Cristianesimo prima all’Università di Pavia e Chieti e poi in Cattolica dal 1981 al 2004) aveva preso il via l’esperienza professionale ed accademica di Annarosa Dordoni, che ne ha richiamato il rigore metodologico, la formazione umanistica, la testimonianza di un cristianesimo interiore e non clericale, lontano da ogni forma di dogmatismo, fatto di rispetto e di amore. Gratitudine e stima profonde sono state espresse anche da Paola Bignardi: «Un dono e un privilegio», anche per lei, ricordare il professor Marcocchi, rigoroso e dialogico, familiare, appassionato della Chiesa rinnovata dal Concilio, con il riconosciuto ruolo e il grande valore riservato ai laici.

Toccanti le testimonianze di Elisa Gnocchi, la figlia, e delle spose Vanna Gnocchi e Pinuccia Marcocchi. Un grazie commosso è stato espresso in conclusione dal sindaco Galimberti: «Meo e Massimo – ha detto – ci hanno davvero aiutato a respirare il soffio ampio dello Spirito del Concilio, in una Chiesa in cammino nell’umanità e con l’umanità vera».

 

L’ultimo saluto a Mario Gnocchi, uomo di fede, modello nella ricerca del dialogo e nella passione educativa

Il ricordo del professor Massimo Marcocchi