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Quella di Pietro di Cristoforo Vannucci, detto il Perugino, è una storia che inizia nell’Umbria del 1450, ma che si diffonde molto presto nelle principali città d’arte di tutto il Paese, da Perugia a Firenze, da Roma fino a Cremona. E proprio a Cremona il passaggio dell’artista lascia una traccia che si può ammirare ancora oggi, la Pala Roncadelli, una stupenda opera d’arte che si trova nella chiesa di Sant’Agostino.

Per i 500 anni dalla morte del pittore, CrArT (Cremona Arte e Turismo) ha deciso di organizzare un concerto in omaggio all’artista proprio nella chiesa dove è custodito uno dei suoi capolavori, attraverso un racconto non solo della sua storia, ma anche della musica che nel ‘400 caratterizzava la realtà di Perugia, sottolineando la vasta gamma di forme compositive e di strumenti musicali in uso in quell’epoca.

Lo spettacolo, che si è tenuto nella serata di sabato 9 dicembre, è stato diviso in sequenze caratterizzate dalla voce narrante di Simone Pepponi Fortunati che si sono alternate a momenti musicali offerti dall’ensemble I Trobadores, gruppo di musicisti reso unico dalla presenza di tre voci e di strumenti rinascimentali che producono melodie che trasportano l’ascoltatore in epoche passate della storia italiana, risultato ottenuto anche grazie allo studio del manuale 431, opera conservata nella Biblioteca Augusta di Perugia che raccoglie gli usi musicali del periodo quattrocentesco.

«Perugino è un artista che ha rivoluzionato il modo di vedere l’arte nella nostra città – ricorda Tommaso Giorgi, presidente di Cremona Arte e Turismo – partendo proprio dalla chiesa di Sant’Agostino, portando anche qua quella che oggi definiamo arte rinascimentale».

Una ricorrenza celebrata con un evento di narrazione e musica, facendo idealmente incontrare Cremona con l’Umbria, ascoltando la vita e le opere di un autore che ha aperto la strada a nomi come quello di Raffaello.

La serata in Sant’Agostino è stata un excursus storico attraverso i momenti più importanti e caratterizzanti della vita del Perugino, fra i quali i capolavori riprodotti nella Cappella Sistina a Roma, la produzione alla corte del Magnifico a Firenze, e ovviamente la commissione cremonese della famiglia Roncadelli per una pala d’altare da collocare nella chiesa di Sant’Agostino, luogo in cui di può tuttora ammirare.