Don Valerio Lazzari e don Giuseppe Valerio sacerdoti «con il Vangelo in tasca»

Il vescovo Napolioni ha presieduto in cattedrale la solenne celebrazioni per le ordinazioni presbiterali

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«Questa chiesa trabocca di vita. È la vita in cristo e nella Chiesa. È la vita evangelica, di comunione che stasera si arricchisce di tanti volti, anzitutto della vita, della storia nel presente e nel futuro di Valerio e di Giuseppe». Monsignor Antonio Napolioni ha accolto così i due candidati al presbiterato, don Valerio Lazzari e don Giuseppe Valerio, aprendo la celebrazione delle loro ordinazioni presbiterato con uno sguardo sulla Cattedrale gremita di famigliari, amici e fedeli delle comunità in cui sono cresciuti, Vicomoscano e Spinadesco, e di quelle in cui hanno prestato servizio negli anni della formazione.

Con il vescovo, anche l’emerito Dante Lafranconi, i parroci dei due diaconi, don Anton Jicmon e don Fabio Sozzi, il rettore del Seminario don Marco d’Agostino e un gran numero di sacerdoti del clero diocesano, il segno visibile – ha osservato mons. Napolioni – che la Chiesa cremonese «Crede nel bisogno di nuovi preti e li accoglie in una fraternità imperfetta ma sacramentale. È la nostra vita, umanissima, fragile e piena di peccati, ma è Cristo che ci rinnova e ci rigenera. È lui che si dona a tutti noi attraverso il “sì” di Valerio e Giuseppe».

La celebrazione è proseguita con la liturgia della Parola, prima del momento dell’ordinazione, introdotto dalla presentazione ed elezione, in cui i quattro ordinandi, presentati al vescovo e alla comunità dal rettore del Seminario, don Marco D’Agostino, hanno pronunciato il loro «eccomi».

Nella sua omelia il Vescovo ha rivelato un momento significativo e intimo che ha preceduto la celebrazione nella sagrestia della Cattedrale, quando ha donato a don Valerio e don Giuseppe un piccolo Vangelo «da tenere in tasca». Il vangelo posto al centro della riflessione proposta all’assemblea e ai due diaconi seduti in prima fila: «Non dobbiamo scegliere noi la Parola di Dio, perché è la Parola che sceglie noi», ha proseguito seguendo il percorso proposto dalla liturgia della Parola, dal racconto del peccato originale fino al compimento annunciato dalla seconda lettura di una il compimento in una «quantità smisurata ed eterna di gloria».

«C’è un Vangelo all’inizio e un Vangelo alla fine, ma ci dev’essere anche il Vangelo anche lungo il cammino di tutti i giorni». E qui l’invito a don Giuseppe e don Valerio: «Mettetelo in tasca. Questo è il messaggio da avere sempre con voi, da dare nelle nostre parole e nei nostri gesti. Regalate il Vangelo, regalate Gesù, che non è nostro e che non vede l’ora di essere buona notizia per chi ancora non ne gioisce appieno».

 

L’omelia del Vescovo

Le letture della celebrazione suggeriscono poi un’altra immagine che il vescovo ha ripreso: «Era tanta la folla davanti alla casa in cui stava Gesù che non si riusciva nemmeno a mangiare… Che bello essere un prete che ogni sera ha tutta questa gente davanti casa! È bello l’affetto, sentirsi apprezzati. Ma potremmo trovarci fuori da noi stessi, cadere in un inganno. E dall’inganno ci libera lo Spirito di verità». Ecco il secondo invito paterno: «Dobbiamo diventare ministri docili. Lo Spirito ci aiuta a fare unità in noi stessi e nelle comunità, ci aiuta a riconciliare quelle voci che creano divisione. Lo Spirito di unità, comunione e perdono. Voi – ha aggiunto rivolgendosi ai due ordinandi – celebrerete l’Eucaristia distribuirete il perdono di Dio a tutti coloro che lo chiederanno. Tutto sarà perdonato: solo la bestemmia…contro lo Spirito Santo non può essere perdonato, perché è il rifiuto della grazia. Talvolta proprio noi uomini di Chiesa possiamo essere gli specialisti del peccato contro lo Spirito. Quando non siamo docili alla sua ispirazione, rispettiamo i suoi tempi, ne pretendiamo il monopolio e non ci accorgiamo che suggerisce scelte, parole e gesti a tanti altri fratelli e sorelle. Come un uccellino che vorremmo tenere in gabbia. Invece no, è la libertà sovrana del Padre, del Figlio e dello Spirito che si manifesta e che ci chiede di assecondarla, di essere discepoli».

«La vera questione non sarà quante cose grandi farete – ha quindi concluso monsignor Napolioni rivolgendosi ancora direttamente a don Valerio e don Giuseppe – ma quanto sarà grande la vostra fede, la vostra disponibilità a vivere nello Spirito. C’è un popolo di fratelli e sorelle, ci sono nuove “parentele” che vi capiteranno. Anzitutto quella del presbiterio in cui entrate stasera. Vediamo questo grande segno di speranza per questo mondo? Non capiamo che la comunione tra noi è la grande risposta alle paure, alle disperazioni che ci tentano? Allora diciamo ognuno il proprio sì. Non solo alla chiamata ad una vita consacrata. Diciamo sì alla famiglia, all’impegno nella comunità, alla sequela di Gesù, al dono della vita».

Dopo l’omelia la celebrazione è proseguita con la liturgia dell’ordinazione dei due preti novelli che dopo la manifestazione della volontà e l’assunzione dell’impegno al ministero sacerdotale con i cinque «lo voglio», uno dopo l’altro, hanno posto le loro mani in quelle del vescovo per la promessa di rispetto e obbedienza.

Quindi il canto delle litanie dei santi ha intonato la preghiera mentre don Giuseppe e don Valerio si sono prostrati con il volto a terra. Quindi è giunto il momento dell’imposizione delle mani sul capo da parte del vescovo e di tutti gli altri presbiteri concelebranti in segno di fraterna accoglienza nel presbiterato. Poi il vescovo ha recitato la preghiera di ordinazione introducendo ai riti esplicativi: la vestizione degli abiti sacerdotali, l’unzione con il sacro crisma, la consegna del pane e del vino, l’abbraccio di pace e la professione di fede, che ha concluso il rito dell’ordinazione.

La Messa è quindi proseguita con la liturgia eucaristica, durante la quale per la prima volta i sacerdoti appena ordinati hanno consacrato il pane e il vino. Al termine della celebrazione, prima della benedizione un momento di gratitudine con l’applauso di tutta l’assemblea che ha accompagnato gioiosamente i due nuovi sacerdoti in questo primo passo verso il nuovo ministero

La festa con i confratelli, i parenti e gli amici, al termine della celebrazione, continuerà domenica 9 giugno con le prime Messe nelle parrocchie d’origine: alle 10.00 nella parrocchiale di Vicomoscano don Valerio Lazzari, alle 17.30 nella chiesa di Spinadesco don Giuseppe Valerio.

 

 

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Profilo dei sacerdoti novelli

 

Don Valerio Lazzari, classe 1995, originario di Vicomoscano, è stato ordinato diacono il 1° ottobre 2023; l’ordinazione sacerdotale l’8 giugno 2024. Nell’anno del diaconato ha collaborato con la Pastorale vocazionale e insegnato al liceo Vida di Cremona, ricoprendo anche il ruolo di incaricato diocesano Ministranti; incarichi che manterrà da prete novello insieme anche al ruolo di animatore in Seminario.

 

 

 

Don Giuseppe Valerio, nato a Crotone nel 1993, originario della parrocchia di Spinadesco, è stato ordinato diacono il 1° ottobre 2023; l’ordinazione sacerdotale l’8 giugno 2024. Nell’anno del diaconato ha prestato servizio nell’unità pastorale di Piadena, Drizzona e Vho. Inizierà il ministero sacerdotale da prete novello come vicario a Pandino.

 

 


 

Nell’abbraccio di una comunità intera, la Prima Messa di don Valerio Lazzari

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TeleRadio Cremona Cittanova