«Io credo sia un atto d’amore inchiodare le persone alle proprie responsabilità, aiutarle a prendere coscienza del male che hanno fatto a se stesse e agli altri. Ma poi dobbiamo chiederci: quali opportunità offriamo a chi esce dalle sbarre?». Non solo una riforma del sistema penale o uno sviluppo di una dimensione rieducativa, «ma costruire una società dei diritti, della misericordia e della giustizia». Rimettere al centro la dignità dell’essere umano è dunque, secondo don Luigi Ciotti, quella speranza tanto invocata in questo Giubileo da offrire chi ha vissuto la drammatica esperienza del carcere. Continua a leggere