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“Imparate a fare il bene, cercate la giustizia”. Lunedì 23 gennaio la Veglia diocesana di preghiera per l’unità dei cristiani
L'iniziativa che coinvolge il vescovo e i rappresentanti delle chiese cristiane sul territorio si inserisce nell'ambito della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani

“Imparate a fare il bene, cercate la giustizia”: questo il tema conduttore, tratto dal libro di Isaia, della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che anche quest’anno nell’emisfero settentrionale si celebra dal 18 al 25 gennaio, non molto tempo  dopo  la  festa, per molte tradizioni cristiane, del Battesimo del Signore. In altre parti del mondo, invece, la Settimana di preghiera si celebra nel periodo di Pentecoste, quando commemoriamo la nascita della Chiesa e siamo impiegati come pietre vive nel Corpo di Cristo.

Carico di significati e segnato da urgente attualità è il messaggio della Settimana e della relativa Veglia di preghiera per questo 2023, che per la diocesi di Cremona si terrà lunedì 23 gennaio alle ore 21,00 nella chiesa della Beata Vergine di Caravaggio, in viale Concordia, con la partecipazione del vescovo Antonio Napolioni, del pastore Nicola Tedoldi della Chiesa Metodista di Parma-Mezzani, dei pastori Franco Evangelisti e Nicolò D’Elia delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno di Cremona, Mantova e Parma, e di padre Doru Fuciu, della chiesa ortodossa rumena di Cremona.

Il tema che le accompagna è stato scelto dai cristiani del Minnesota, negli Stati Uniti, e ratificato dalla Commissione internazionale nominata congiuntamente dal Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (ora Dicastero) e dalla Commissione Fede e costituzione, e si colloca nel contesto dell’uccisione di George Floyd, afroamericano di 46 anni, morto a Minneapolis il 25 maggio 2020 quando Derek Chauvin, ufficiale di polizia bianco, si è inginocchiato sul suo collo per 8 minuti e 46 secondi, mentre Floyd giaceva ammanettato e a faccia in giù sulla strada.

«Per anni – si legge nel documento accompagnatorio  – il Minnesota ha patito alcune delle peggiori discriminazioni razziali della nazione (…) La storia del maltrattamento delle comunità di colore negli Stati Uniti ha creato disuguaglianze di lunga data e fratture relazionali tra le comunità. Di conseguenza, la storia delle chiese negli Stati Uniti include le questioni razziali come un importante fattore di divisione ecclesiale; in altre parti del mondo, questo stesso ruolo è svolto da altre questioni non dottrinali. Ecco perché il lavoro teologico sull’unità portato avanti dalla Commissione Fede e costituzione del Consiglio ecumenico delle chiese ha tradizionalmente cercato di tenere insieme la ricerca dell’unità delle chiese e la ricerca del superamento dei muri di separazione, come il razzismo, all’interno della famiglia umana. Ecco perché pregare insieme, specialmente pregare insieme per l’unità dei cristiani, assume un significato ancora più importante quando lo si pone al cuore delle lotte contro ciò che ci separa come esseri umani creati con pari dignità a immagine e somiglianza di Dio».

Infatti e a maggior ragione, come è ulteriormente precisato, l’emarginazione delle persone a motivo delle loro “razza”, cultura o lingua lacera il tessuto della comunità umana ed è causa di disunione all’interno della comunità cristiana. Dunque, l’unità dei cristiani non può che essere forte e visibile, per mostrare concretamente e credibilmente come lo stesso comune Spirito, ricevuto nel battesimo, crei l’unità nella diversità della creazione di Dio e ne costituisca il piano originario per l’ unità di tutta umanità.

Settimana ecumenica, don Celini a “Chiesa di Casa”: «Come i magi, insieme verso Cristo»

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In occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, la rubrica settimanale Chiesa di Casa ha incontrato don Federico Celini, incaricato diocesano per la Pastorale ecumenica e il dialogo interreligioso. Anzitutto, don Celini, intervistato da Riccardo Mancabelli, ha descritto questa iniziativa internazionale come otto giorni in cui gli uomini e le donne di tutto il mondo, appartenenti a diverse tradizioni e confessioni cristiane, si riuniscono spiritualmente per pregare per una sola Chiesa». Questo dunque, lo spirito dell’iniziativa di preghiera ecumenica cristiana che si celebra ogni anno tra il 18 e il 25 gennaio ed è «preceduta significativamente dalla Giornata per il Dialogo tra Cattolici ed Ebrei, il 17 di Gennaio», dice don Celini.

La proposta affonda le radici già nel Settecento-Ottocento, quando nacquero «momenti di preghiera specifici per questo». Impulso particolare questi momenti di preghiera ecumenica l’hanno avuto nel XXI secolo, «quando si è passati dalla preghiera perché si fosse ricondotti nell’alveo della chiesa di Roma, alla preghiera perché tutti i cristiani si riconoscessero nell’ultima fede in Cristo». L’incaricato diocesano ha poi citato un intervento dell’abate Couturier per il dialogo ecumenico: “Dio vorrà, con i mezzi che egli vorrà, che non si preghi per la conversione ad una chiesa, ma per la conversione a Cristo”.

Come ogni anno nell’ambito della Settimana ecumenica, la diocesi cremonese propone da tempo la Veglia per l’unità dei cristiani, quest’anno nella chiesa di Borgo Loreto: sarà giovedì 20 gennaio, alle 21,00 nella chiesa parrocchiale della Beata Vergine Lauretana e San Genesio a Cremona, alla presenza del Vescovo Mons. Antonio Napolioni, del Pastore Nicola Tedoldi della Chiesa Evangelica Metodista di Piacenza e Cremona, di Padre Doru Fuciu della Chiesa Ortodossa Rumena di Cremona. La celebrazione sarà caratterizzata, nel suo svolgimento, da momenti di chiara impronta sinodale, come ha specificato don Celini, definendola un «momento di vera fraternità».  Quest’anno, il tema della Settimana è tratto dal Vangelo di Matteo: “In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti per onorarlo”. Tanti significati in una frase sintetica: «I Magi che sono il simbolo della diversità dei popoli; l’universalità della chiamata che è pure simboleggiata dalla stella; la ricerca inquieta del neonato Re da parte dei Magi, con la sete di verità, di bellezza, di bontà. Come i magi, tutti i cristiani condividono una comune ricerca di Cristo e un comune desiderio di adorarlo. In fondo è proprio questa la missione dei cristiani: chiamati ad illuminare la vita di tutto il mondo, in modo particolare in questo momento in cui tutti sono bisognosi» ha riflettuto don Celini.

Come rimarca l’enciclica “Fratelli tutti”, il dialogo ecumenico è una priorità, che si coniuga all’interno di un cammino iniziato da decenni. Così accade fra i componenti delle chiese non cattoliche e la Chiesa cattolica di Cremona, dove è in atto  «uno scambio fraterno di occasioni» che valica il limite della Settimana di preghiera. Oltre la veglia, infatti, sono già in atto altre iniziative, fra cui spicca la «lectio ecumenica con la condivisione della Parola di Dio, che si tiene una volta al mese fra protestanti, cattolici e ortodossi e condivisa da alcuni fratelli di Cremona, Crema e Piacenza. Altra iniziativa, spiega ancora l’incaricato diocesano, è «45 minuti per conoscersi»: otto Chiese ciascuna delle quali, una per mese, si presenta in modo sintetico. Il conoscere altre realtà aiuta a riscoprire se stessi: come i magi hanno offerto i loro doni; ognuno di noi «offre il dono della propria identità, che è per tutti» dichiara don Celini. Così, i pregiudizi cadono, poiché «il dono della comune fede arricchisce chiunque e fa rinvigorire il proprio cammino e le proprie speranze».

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