Tag Archives: Ingressi 2021

image_pdfimage_print

Il Vescovo ad Antegnate per l’insediamento del nuovo parroco: «Sarà un cammino di popolo, nel quale il dialogo fa da collante»

Guarda la photogallery completa

La comunità di Antegnate ha accolto nel pomeriggio di sabato 2 ottobre don Angelo Maffioletti, nuovo parroco in sostituzione di don Marco Leggio, il vicario zonale trasferito come nuovo parroco ad Agnadello.

Un corteo, partito alle 16.30 dalla zona San Rocco, con le autorità civili e le associazioni di volontariato (Aido, Avis, Alpini e Nonno Gino), ha accompagnato il sacerdote originario di Arzago d’Adda fino in piazza Cavour dove ad attenderlo c’erano la banda musicale di Antegnate e diversi preti diocesani.

Sul sagrato della chiesa parrocchiale il sindaco Mariangela Riva ha pronunciato il discorso di benvenuto. «Un avvicendamento di un parroco – ha detto il primo cittadino – è sempre un nuovo inizio in una comunità, qualcosa che si rinnova e, in quanto tale, si accompagna a sentimenti positivi, di fiducia e di speranza per il futuro, anche quando capita in un periodo come questo dove a prevalere sono troppo spesso la precarietà e l’incertezza. Fra poco, don Angelo, sarai formalmente il nostro parroco. Ti chiedo, a nome della comunità antegnatese, di aiutarci a mantenere e, ove occorra, a recuperare quei valori fondanti del vivere insieme e quei sentimenti più profondi che da sempre ispirano l’agire umano».

Subito dopo è iniziata la celebrazione solenne in San Michele Arcangelo, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni ed animata con il canto dalla corale parrocchiale. A don Lorenzo Nespoli, parroco di Covo, il compito di leggere il decreto di nomina di don Maffioletti, mentre il saluto del Consiglio pastorale parrocchiale (che gli ha donato un’effige della Madonna del Rosario) gli è stato rivolto da Fulvia Goisa. «Caro don Angelo – ha detto – ad Antegnate trovi una comunità pronta a riprendere il cammino con una nuova guida. A nome di tutti i gruppi parrocchiali ti assicuriamo collaborazione e impegno e ti offriamo le nostre idee e le nostre tradizioni. L’anno pastorale che inizia sarà molto impegnativo, ma ci troverai al tuo fianco e insieme a te proseguiremo la collaborazione con le parrocchie di Covo, Fontanella, Barbata e Isso che ci porterà alla nuova unità pastorale».

Un saluto, quello letto dalla Goisa, ispirato quindi al desiderio di unità, un po’ lo stesso concetto cui ha fatto riferimento il Vescovo nella sua omelia prendendo spunto dal brano di vangelo: «Se il protagonista della vita della Chiesa è il Signore vivente – ha spiegato monsignor Napolioni – la sua parola vale più di tutte le nostre. E la via da Lui tracciata è quella della famiglia. Il cammino che dobbiamo fare è un cammino di popolo nel quale il dialogo fa da collante, in una Chiesa meno clericale e più famiglia di famiglie».

Don Angelo ha preso la parola a fine Messa. Citando santa Teresa di Lisieux, il neoparroco ha detto di voler chiedere due cose per questa sua nuova missione pastorale: la Misericordia del Signore e l’amore dei fratelli e delle sorelle. «In questo modo – ha sottolineato don Maffioletti – il camminare assieme mano nella mano avrà un altro sapore. Ed in questo cammino vorrei essere uno di voi, con semplicità, portando, io bergamasco, la ricchezza della terra che lascio (San Matteo delle Chiaviche e Sabbioni di San Matteo, ndr)».

Luca Maestri

 

 

 

Biografia del nuovo parroco

Don Angelo Maffioletti, originario di Arzago d’Adda, classe 1974, è stato ordinato il 17 giugno 2006. Ha iniziato il proprio ministero come vicario parrocchiale a Mozzanica. Nel 2010 ha perfezionato gli studi teologici a Roma conseguendo la licenza in Mariologia. Dal 2011 al 2014 è stato vicario parrocchiale a Cremona presso la parrocchia S. Michele Vetere. Dal 2014 era parroco di San Matteo delle Chiaviche e Sabbioni di S. Matteo. Ora monsignor Napolioni gli ha affidato la comunità di Antegnate.

 

Saluto di don Maffioletti

Partire, lasciare… iniziare un nuovo cammino non è facile per nessuno. Il cuore e la memoria in questi mesi mi stanno facendo vivere tante emozioni forti. La tua nuova missione sarà ad Antegnate… le parole del vescovo hanno provocato in me paura e gioia grande. Questi sono gli stessi sentimenti che le donne hanno provato il mattino di pasqua facendo esperienza della pasqua del Signore.  La paura ci riporta alla mia e alla nostra pochezza mentre la gioia ci ricorda la consapevolezza di non essere soli, ma di essere accompagnati per mano dal Signore.

Nel vistare la Chiesa parrocchiale di Antegnate mi ha colpito lo stuolo di santi rappresentato e soprattutto la Vergine con il bambino che dal 700 sovrasta e protegge il suo popolo.  La presenza dei Santi e di Maria ci ricordano che non siamo soli ma che, come affermiamo nell’ave Maria, il Signore è con noi.  Nella Chiesa parrocchiale la grande finestra del Santuario aperta sull’assemblea diventa un’icona forte delle parole che il concilio scrive nel capitolo VIII della Lumen Gentium. Maria brilla davanti al peregrinante popolo di Dio come segno di sicura speranza e di consolazione (LG 68).

In questa speranza fatta carne nel figlio di Maria inizia il nostro nuovo cammino. Questo vuole essere per tutti noi il Punto di partenza, ripartenza e un giorno di arrivo e compimento: il Signore Gesù.

In queste poche righe mi affido alle preghiere dei tanti sacerdoti che hanno guidato e servito la comunità di Antegnate e che ora sono nella pace di Cristo, in modo particolare a Don Dino che ha guidato la comunità parrocchiale per molti anni.

Un grazie pieno di Gratitudine per l’accoglienza fraterna di Don Marco e per il ricordo orante di Monsignor Marchesi, di Don Samuele e per la stima mostratami da Don Rinaldo.

Grazie a tutti… Con Timore e gioia grande iniziamo insieme questo cammino… Lui è con noi tutti i giorni.

Che Il Glorioso Michele con la forza della sua Spada e La Vergine Maria con il suo amoroso manto, ci difendano e ci benedicano…la strada è aperta… camminiamo.

Don Angelo Mafioletti

 

A San Bassano l’ingresso di don Daniele Rossi: «Aiutatemi a essere il vostro pastore e non un funzionario»

Guarda la photogallery completa della celebrazione

 

Nel pomeriggio di domenica 17 ottobre le comunità di San Bassano, Cornaleto, Formigara, Gombito, San Latino e Santa Maria dei Sabbioni hanno dato il benvenuto al nuovo parroco: ad accogliere don Daniele Rossi i parrocchiani, le autorità civili e militari, le associazioni; ad accompagnarlo tanti confratelli (in particolare gli altri preti in servizio nelle sei parrocchie) che hanno concelebrato la Messa di insediamento presieduta dal vescovo Antonio Napolioni. Presenti anche sindaci e parrocchiani di Agnadello (dove è stato vicario per otto anni prima della nomina a parroco) e Castelleone (suo paese natio).

Prima della celebrazione, sul sagrato, per le autorità civili è intervenuto il primo cittadino di San Bassano, Giuseppe Papa, che, a nome dei sindaci di tutte le parrocchie unite nel nome e nel ricordo di mons. Frosi, ha accolto ufficialmente don Rossi: «Posso usare solo parole di gioia per salutare don Daniele – ha detto -. Questa è una giornata destinata a rimanere nella storia civile e religiosa. Dal suo lavoro, dalla sua capacità e dal suo spirito missionario dipenderà la crescita spirituale della comunità e della chiesa locale vita. Ciascuna comunità, sotto la sua guida, con le sue peculiarità e tradizioni, evitando campanilismi, dovrà essere pronta, sotto la sua guida, a camminare insieme».

Una parrocchiale piena, in ogni posto disponibile nel rispetto del distanziamento previsto dalle normative ant-Covid, ha accolto con il canto dalla Corale e dal Coro Gabriele il nuovo parroco. In prima file le divise delle autorità militari e il tricolore di sindaci e assessori (tra i presenti anche il concittadino senatore Simone Bossi), poi i volti dei parrocchiani, vecchi e nuovi. Tutti uniti per sostenere nella preghiera don Daniele Rossi in questa nuova missione.

Dopo la lettura ufficiale del decreto di nomina da parte del vicario zonale don Gianbattista Piacentini, il saluto del Consiglio pastorale carico di sentimenti di «gioia, attesa e speranza» che animano i cuori delle parrocchie pronte a iniziare questo cammino con un nuovo pastore, ispirati da quella fonte inesauribile di amore che è Dio. Poi il dono di un quadro con all’interno una croce bizantina ortodossa realizzata in pietra dalle Suore del Monastero di Betlemme.

Nell’omelia il Vescovo, commentando la Parola di Dio, ha offerto diversi spunti al nuovo parroco: «Sono contento di presiedere questa concelebrazione non solo di sacerdoti, ma di comunità, famiglie, amici… di tante espressioni di vita animata dalla fede e che crede ancora nell’amore e invoca ragioni di speranza. Sono commosso anche dalla fede delle nostre comunità che accettano il continuo cambiamento. Essere preti significa essere destinatari inermi di un disegno più grande». E ancora: «Il prete di successo è quello che lascia fare a Gesù e impara da Gesù tutti i giorni a rimettersi al servizio nonostante le nostre stanchezze, arrabbiature, delusioni. Saper affidare a Dio i propri desideri. Questo è il Suo messaggio: accorgersi che il disegno di Dio è più bello e affidabile di ogni desiderio umano. Dio deve essere compreso. Fermiamoci davanti a Dio, non scappiamo, osiamo seguire il Signore laddove ci vorrà portare. Il compito del parroco è anche trasmettere questo messaggio: camminare insieme con fiducia sulla strada indicata dal Signore».

Al termine della Messa il nuovo parroco ha portato il suo saluto dal vivo, dopo quello affidato alle pagine del bollettino parrocchiale “Insieme”. Un saluto incentrato sul ringraziamento e la collaborazione reciproca. Il primo grazie è stato rivolto al Signore «per avermi chiamato a far parte di questa grande famiglia che è la sua chiesa, di cui lui è sempre il protagonista». Il secondo grazie è andato al Vescovo «per l’opportunità e la responsabilità». Don Rossi ha poi ricordato la sua famiglia, in particolare i genitori, i compagni di Messa presenti alla celebrazione, i sacerdoti con cui collaborerà all’interno delle varie parrocchie. Riferendosi a questi ultimi ha detto: «In questi anni ho capito l’importanza della comunione tra i sacerdoti per il bene della comunità che serviamo». Immancabili i ringraziamenti alla comunità di Agnadello dopo otto anni di servizio, ma anche a chi lo ha voluto accompagnare da Castelleone, suo paese natio. Quindi, pensando al futuro, ha rivolto il suo saluto ai sindaci delle sei comunità di cui sarà pastore «con l’augurio di collaborare insieme a favore delle persone». Ultimo, ma centrale ringraziamento alle tante persone intervenute «oggi qui con me a fare festa; alle mie nuove comunità chiedo due cose: aiutatemi ad essere il vostro pastore e non un funzionario qualunque; aiutatemi a costruire questa unità pastorale. Sentiamoci tutti coinvolti in questo impegnativo, ma meraviglioso compito, avendo come unico obiettivo il bene dell’altro. E affidiamoci sempre al Signore, unica persona che mai ci tradisce».

A celebrazione conclusa, il nuovo parroco ha raggiunto l’oratorio per un momento conviviale e di festa.

Annalisa Tondini

 

Profilo biografico del nuovo parroco

Don Daniele Rossi, classe 1976, originario di Castelleone, è stato ordinato l’11 giugno 2005. Laureato in Scienze dell’educazione e della formazione, ha iniziato il proprio ministero come vicario presso la parrocchia S. Ambrogio vescovo in Cremona. Dal 2013 era vicario parrocchiale ad Agnadello.

Ora il Vescovo gli ha affidato, in qualità di parroco, le comunità di “San Martino vescovo” in San Bassano, “Santa Maria Annunciata” in Santa Maria dei Sabbioni (Cappella Cantone), “Sacro Cuore e San Latino” in San Latino, “Santi Sisto e Liberata” in Gombito, “Santi Nazario e Celso” in Formigara, “Sant’Andrea apostolo” in Cornaleto.

Dal 2018 don Rossi è assistente diocesano Azione Cattolica Ragazzi.

 

Il saluto di don Daniele Rossi alla comunità 

Non mi è facile presentarmi attraverso uno strumento di informazione come il giornalino perché prediligo la forma relazionale e preferisco quindi incontrarvi di persona. Con questa riga vi ho già detto che tipo sono e avete già capito che un mio punto forte è l’incontro con le persone, dai più piccoli ai più anziani.

Questo è lo stile che caratterizza la mia persona e che ritengo ancora più importante nel ministero. Vengo da voi con un sentimento di gioia ma anche di curiosità. La gioia nasce dalla fiducia che il vescovo mi ha manifestato affidandomi sei comunità e chiedendomi di continuare la collaborazione iniziata da don Angelo per camminare insieme e lavorare per il bene delle persone.

La curiosità perché mi si presenta un’opportunità nuova da esplorare visto che il mio ministero l’ho sempre svolto in una sola parrocchia e quindi devo mettermi in gioco per capire insieme con voi come procedere per essere un “buon parroco” a servizio delle comunità.

Non è difficile perciò comprendere che la parola chiave di questa esperienza che vivrò con voi sarà “comunione”. Dobbiamo essere capaci di sentirci Chiesa, di essere comunità che operano insieme, di essere laici che progettano e costruiscono uscendo dai propri confini territoriali avendo presente un territorio più vasto che abbraccia più comunità. Ho volutamente usato il noi perché questa è la caratteristica dell’essere chiesa, dove insieme si gioisce, si piange, si ringrazia e si soffre. Ho bisogno dell’aiuto di ciascuno di voi, perché da solo non vado da nessuna parte. Abbiamo bisogno dell’aiuto dello Spirito Santo che ci sostiene e ci dona la capacità di essere uniti e di lavorare a servizio del Vangelo.

L’unico progetto ora è quello di ripensare insieme a come essere una comunità cristiana in un tempo difficile come quello della pandemia che ci ha rinchiusi nelle nostre case e ci ha resi ancora più pigri e demotivati.

Uso un verbo che sarà lo slogan della pastorale giovanile “Ripartire”; proprio così dovremo ripartire carichi di entusiasmo e voglia di fare, mantenendo alcune cose del passato e non avendo paura di fare proposte nuove che diano slancio alla vita di fede dei ragazzi, giovani e famiglie.

Una particolare attenzione sarà riservata all’oratorio che ritengo da sempre il luogo di formazione umana e spirituale dei ragazzi e giovani.

Questi anni di ministero ho sempre lavorato con passione e impegno nell’ambito dell’oratorio avendo uno sguardo anche diocesano sulle diverse iniziative e proposte. Facciamo nostre le parole del vescovo che nel suo messaggio agli oratori scrive: “Ogni Oratorio è sempre il Cortile dei Sogni, se la comunità o unità pastorale

lo ama e cerca le vie per rinnovarlo con entusiasmo! È importante che se ne prenda cura con cuore profetico e libero, coagulando competenze, leggendo bisogni e servendo occasioni di vita. Il Cortile dei Sogni per la nostra Chiesa è anche un’occasione di ripensamento costruttivo, per leggere le trasformazioni che la pastorale educativa e l’Oratorio hanno attraversato in questi decenni”.

Oltre alla pastorale giovanile ci saranno anche altri settori a cui prestare attenzione tra cui la cura degli ammalati e delle persone in difficoltà. In tutto questo non sarò solo vista la presenza di don Mario, don Luigi e don Davide che mi affiancheranno e sosterranno nel mio ministero e che fin da ora ringrazio per il servizio che stanno svolgendo nelle comunità.

Ringrazio don Angelo che in questi anni ha camminato con voi con gioia e tanto impegno, dando sempre una bella testimonianza di come la vita va vissuta e donata per gli altri. Auguro a lui di continuare con questo entusiasmo la nuova missione a cui è chiamato e affido al Signore la nostra unità pastorale perché ci aiuti con pazienza e costanza a formare una grande famiglia e a ricordarci che senza di Lui non possiamo fare nulla.

Una preghiera e una benedizione a tutti in attesa di vederci e iniziare il nostro cammino.

Il vostro parroco
Don Daniele

«Come una mongolfiera che si alza verso il cielo»: don Fabrizio Ghisoni nuovo parroco di Paderno Ponchielli e Ossolaro

Guarda la photogallery completa

Domenica 3 ottobre la comunità di Paderno Ponchielli ha vissuto un pomeriggio di festa per l’ingresso di don Fabrizio Ghisoni come nuovo parroco delle parrocchie di “San Dalmazio” in Paderno Ponchielli e “Santo Stefano martire” in Ossolaro, due delle quattro comunità dell’unità pastorale “Nostra Signora della Graffignana” (che comprende anche le parrocchie di Casalbuttano, San Vito e Polengo). La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, affiancato dal vicario zonale don Giambattista Piacentini, dal parroco moderatore dell’unità pastorale don Gianmarco Fodri e da don William Dalè, da poco ordinato diacono in servizio presso l’unità pastorale. Ad accompagnare il nuovo parroco anche don Giuseppe Nevi, parroco di Soncino dove don Fabrizio ha svolto l’incarico di vicario, insieme ad alcuni parrocchiani soncinesi.
La celebrazione è stata animata dai canti della corale parrocchiale con Francesca Capelli all’organo “Pacifico Inzoli”, recentemente restaurato.

A dare il primo benvenuto a don Ghisoni è stato Cristiano Strinati, sindaco di Paderno Ponchielli, che ha rivolto al nuovo parroco alle porte della chiesa un saluto a nome della comunità comunale che rappresenta: «Voglio subito dare del tu al parroco per farti percepire una presenza familiare: il tuo arrivo è significativo perché sarai parroco di tutta la comunità comunale diventando parroco anche di Ossolaro e dovrai cercare di smussare gli spigoli di questa nuova unione. Abbiamo pensato di regalarti un pallone da calcio “Tango Rosario” conoscendo la tua passione calcistica e come simbolo dell’oratorio visto che un pallone fa sempre famiglia».

Al termine dei riti di ingresso della Messa il vicario zonale don Giambattista Piacentini ha dato lettura del decreto di nomina. La liturgia è quindi proseguita con l’aspersione dell’assemblea e con l’incensazione dell’altare per mano del nuovo parroco.

Un membro del Consiglio pastorale parrocchiale ha rivolto poi  il saluto della comunità parrocchiale a don Fabrizio: «Le comunità di Paderno e Ossolaro affidate alla sua guida con vera gioia e spirito di servizio, dopo aver salutato con affetto e riconoscenza i predecessori don Claudio e don Floriano, sono ora desiderose di condividere con lei il cammino di fede e di crescita spirituale e umana – ha detto –. Averla tra noi è un dono grande che sprona ognuno a mettersi in gioco per il bene comune come laici responsabili». E ancora: «L’entusiasmo con il quale si appresta a diventare nostro parroco ci riempie di gioia e ci investe di precipue responsabilità: insieme nella quotidianità cercheremo di rendere buona testimonianza con semplicità e impegno sostenendoci a vicenda come si fa in una vera famiglia».
È stata quindi donata a don Fabrizio una nuova stola, simbolo del sacerdozio, come augurio per questo nuovo capitolo del suo ministero.

Dopo le letture del giorno, è stata l’omelia del Vescovo a offrire ulteriori spunti di riflessione: «A un prete si chiede di benedire tutto, persino le macchine e tanti altri oggetti, ma il Vangelo di questa domenica si conclude con Gesù che benedice i bambini, li accoglieva e conosceva il loro segreto e voleva insegnare ai discepoli, come a noi, che l’atteggiamento vero del credente è sapere di avere Dio come padre, Maria e la Chiesa come madre».

«Ti chiedo – ha ripreso mons. Napolioni –, prima di insegnare, di imparare una realtà: le vie, i nomi, gli indirizzi e le storie. La parrocchia non è enorme, ma seguire queste storie sarà la vera nuova idea e realtà di parrocchia, famiglia di famiglie dove insieme si vince la paura e ci si aiuta nelle difficoltà, dove le fragilità vengono prese in carico umilmente da tutti come è lo stile del Signore che ci accompagna così tutti i giorni della nostra vita».

Il vescovo ha poi concluso: «I campanili devono essere delle antenne di comunicazione, ben venga una santa gara di campane, non sempre, di giorno a dire la gioia di una fede contagiosa e allora sarà bello guardare al futuro, che non ci metterà paura davanti al fascino della vita familiare e coniugale e al dolore che proviamo per le ferite di tante famiglie. Nasca la carità di servirle insieme alla comunità e ai sacerdoti, in comunione con la Chiesa e con il Papa, perché davvero l’amore dell’uomo e della donna sia la grande letizia della vita umana e cristiana in ogni tempo».

La celebrazione è quindi proseguita con la liturgia eucaristica e dopo la Comunione ha visto il nuovo parroco prendere la parola per un saluto alla comunità che lo ha accolto: «Nel cuore ho solo la lode e il ringraziamento al Signore e a tante persone, soprattutto a don Claudio Rasoli, mio compagno di Messa, che mi ha preceduto in questa parrocchia e che mi lascia una comunità viva, attiva e che mi ha accolto in maniera calorosa».

Don Fabrizio ha quindi proseguito ricordando la mongolfiera noleggiata qualche anno precedentemente in oratorio a Paderno Ponchielli: «La vita cristiana è un po’ come cucire una mongolfiera, tante volte  è un lavoro lungo e anche complicato: quando va in alto la mongolfiera è leggera, piena di aria calda – ha quindi proseguito il nuovo parroco – perché si sollevi e ci porti al Signore in maniera simbolica, è necessario sia acceso un fuoco, il fuoco dello Spirito Santo, e allora spero che quel fuoco sia acceso nel cuore di ognuno, e che quell’aria calda riempia ad ognuno di noi quella pienezza di grazia di cui Maria è l’esempio».

Quindi, don Fabrizio ha concluso: «Un ultimo pensiero lo voglio rivolgere alla Paderno celeste, è già in programma la Messa per i defunti, questa visione dove noi siamo la Chiesa militante ma tanti nostri fratelli sono già vivi in Dio, ci permette di avere una visione ampia, celeste: quella della mongolfiera che si alza verso il cielo. Nel dialogo e nel confronto spero che potremo fare tanta strada insieme».

Per concludere il pomeriggio di gioia, dopo le firme dell’atto di immissione alla presenza dei testimoni, è stato quindi il momento di un rinfresco in oratorio per festeggiare insieme e scambiare le prime parole di conoscenza con don Fabrizio con i canti di accoglienza dei bambini del catechismo: “Con te faremo cose grandi” e “Tu sei uno di noi” sulla figura del sacerdote.

Successivamente, martedì 5 ottobre alle 21, don Ghisoni presiederà l’Eucaristia in suffragio dei defunti nella chiesa parrocchiale di San Dalmazio.

Matteo Lodigiani

 

Biografia del nuovo parroco

Don Fabrizio Ghisoni, classe 1977, originario di Villacampagna, è stato ordinato il 15 giugno 2002. Ha iniziato il proprio ministero a Cremona come vicario della parrocchia Ss. Apollinare e Ilario, e dal 2011 è diventato vicario anche di Sant’Agata. Nel 2013 il trasferimento a Soncino come vicario di S. Maria Assunta e S. Giacomo apostolo, S. Pietro apostolo e S. Bartolomeo apostolo in Isengo; incarichi a cui dal 2015 ha aggiunto anche quelli di vicario di Casaletto di Sopra e Melotta. Ora monsignor Napolioni l’ha scelto come nuovo parroco delle comunità di San Dalmazio in Paderno Ponchielli (prendendo il testimone da don Claudio Rasoli) e Santo Stefano martire in Ossolaro (dove era parroco don Floriano Scolari).

 

Saluto di don Fabrizio Ghisoni

Cari parrocchiani,

con molta gioia mi preparo a trasferirmi in mezzo a voi. Ringrazio il Vescovo per la fiducia e non vedo l’ora di cominciare il mio ministero a Paderno e Ossolaro nonché nell’Unità Pastorale Nostra Signora della Graffignana.

Sul retro dell’immaginetta alla mia prima messa, ormai 19 anni fa, feci scrivere questa frase del Beato Ildefonso Schuster: “la nostra condizione è tale che, o siamo ministri di Dio ed allora saremo santi – o non lo siamo, e allora recheremo più danno che vantaggio alla Chiesa e alle anime”. Ero giovane e volevo proprio contribuire alla nuova evangelizzazione come la presentava il Papa, allora Giovanni Paolo II, nella Novo Millenia Ineunte. Oggi Papa Francesco torna spesso a spronare il clero su questi temi ma il tutto è ancora difficile e la secolarizzazione avanza.

Alla luce di questi slanci giovanili devo confessare di non essere ancora “santo”, però non ho mai smesso di interrogarmi su come “far passare la linfa”.

Sì, Gesù si definisce la vite e noi allora ne siamo semplicemente i tralci. Il Maestro, infatti, ci dice: “chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla (Gv 15,5).

Perciò vengo in mezzo a voi col pensiero che il vero pastore è Cristo, è Lui che ha già redento il mondo; a noi il compito di lasciar passare la Grazia, di dissodare il terreno per far respirare il seme buono dalla zizzania soffocante… e allora “Sì: sarà bello essere “fratelli in Cristo”. lo vengo in mezzo a voi con gioia ed entusiasmo.

In realtà quest’anno 2021 secondo di Pandemia, che si è aperto con uno Sciamano a Capitol Hill e si chiude con il ritorno dei Talebani in Afganistan, sembra resettare 20 anni di storia e lascia aperte tante preoccupazioni politiche e sociali. Nonostante tante cose brutte che ci circondano voglio venire in mezzo a voi ad annunciare ancora la buona novella, la Parola viva di Cristo. Farò mio il suggerimento che San Paolo lascia a Timoteo: “annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento (2Tm 4,2) perciò vi chiedo fin da subito di aver pazienza. Nell’attesa di incontrarci presto mi affido alle vostre preghiere; su me e su tutti voi la protezione della Vergine Maria della Graffignana e dei Santi Dalmazio e Stefano.

don Fabrizio

 

Misano in festa per l’ingresso del nuovo parroco

È partito dalla chiesa di San Rocco il corteo che nel pomeriggio di sabato 27 settembre ha accompagnato l’ingresso di don Stefano Zoppi nella comunità di Misano di Gera d’Adda. Insieme al nuovo parroco una rappresentanza di bambini e ragazzi, una delegazione del consiglio pastorale, le autorità, tutte le associazioni presenti sul territorio e numerosi venuti dalle parrocchie dove il neoparroco di Misano ha prestato servizio precedentemente, tra i quali il sindaco di Dosolo, Pietro Bortolotti. Continue reading »

«Presenti e vicini, anche senza parole»: a Dosolo l’ingresso di don Angelo Ruffini e don Massimo Macalli

Guarda la photogallery completa

 

Domenica 10 ottobre hanno fatto il loro ingresso come nuovi parroci don Angelo Ruffini, nominato anche moderatore, e don Massimo Macalli nelle comunità dell’unità pastorale formata dalle parrocchie di Cavallara, Correggioverde, Dosolo, Sabbioni di San Matteo, San Matteo delle Chiaviche e Villastrada. Nella cerimonia di insediamento presso la chiesa parrocchiale di Dosolo i due sacerdoti sono stati accompagnati da mons. Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, che ha presieduto la liturgia eucaristica e da don Davide Barili, vicario zonale.

I sacerdoti prendono il posto di don Stefano Zoppi, che era parroco di Cavallara, Villastrada, Correggioverde e Dosolo, e di don Angelo Maffioletti che era parroco di San Matteo delle Chiaviche e Sabbioni di S. Matteo, unendo così le sei parrocchie in un’unica unità pastorale.

Accompagnato dal Corpo filarmonico G. Verdi il sindaco di Dosolo, Pietro Bortolotti, ha accolto sul sagrato della chiesa, a nome dell’Amministrazione e delle comunità, don Angelo e don Massimo assicurando la collaborazione con senso di responsabilità e del dovere: «In questo cammino di fede incontriamo oggi don Angelo e don Massimo ai quali porgiamo il benvenuto nella nostra casa che da oggi sarà anche la vostra nuova casa: sentitevi a casa vostra e vi porgiamo il saluto più caloroso, sarete e vi sentirete pastori di tutti senza eccezione alcuna e vi accogliamo come guide e come fratelli, segno del Signore tra di noi ed eredità di bene lasciata dai vostri predecessori che vi chiediamo di arricchire con il vostro carisma e con i valori di cui siete portatori».

Al termine dei riti di ingresso della Messa il vicario zonale don Davide Barili ha dato lettura del decreto di nomina. La liturgia è proseguita con l’aspersione dei presenti da parte di don Angelo e l’incensazione dell’altare da parte di don Massimo.

Un membro del Consiglio pastorale ha poi salutato i nuovi parroci a nome di tutte le comunità parrocchiali: «Per i sacerdoti che hanno deciso di mettersi a servizio di queste terre la chiamata è stata una scommessa importante – ha detto – l’esperienza li ha sempre portati ad affezionarsi a questa gente, in terra mantovana tra il fiume Oglio il fiume Po, che è schietta ma accogliente, che non riempie le chiese ma che esprime solidarietà in impensabili azioni a chi è nel bisogno, con fantasia e desiderio di incontrarsi». E ancora: «Inizia il percorso assieme, nella speranza che le strade di ciascuno dei nostri paesi diventino le vostre strade ed ogni chiesa sia la vostra chiesa: come diceva don Primo Mazzolari “il prete non è uno che esige la perfezione ma uno che aiuta a dare il meglio”». Per poi concludere con un augurio e il dono di una casula a ciascun sacerdote: «Cammineremo insieme per il tempo che Dio vorrà e con la grazia della vostra presenza affinché ciascuno possa dare il meglio nella gioia del servizio».

Dopo le letture del giorno, è stata l’omelia del Vescovo a offrire ulteriori spunti di riflessione: «Il Vangelo della chiamata di quel giovane, come la chiamata di ognuno di noi – ha quindi proseguito il vescovo – chi siete voi parroci? Le aspettative le avete sentite, ma prima di fare occorre essere: il primo messaggio è quindi davvero quello di accogliere questo nuovo incarico come quando il Signore vi ha messo nel cuore questa ipotesi di vita, non perché come prete siamo migliori ma perché stiamo dietro al Signore».

«Le parole di Gesù sono “Vieni e seguimi”: le ricchezze non sono solo i soldi ma anche le sicurezze, gli affetti, il proprio io, i propri progetti e le proprie paure che ci paralizzano impedendoci di andare dietro al Signore che non si stanca di chiamare anche oggi ognuno di noi – ha ripreso mons. Napolioni – per essere testimoni del Signore non chiudetevi in ufficio e in casa, ma andate tra un paese e l’altro perché chiunque vi incontra possa incrociare qualcosa di quello sguardo di Gesù».

Il vescovo ha poi proseguito ricordando l’apertura del Sinodo sulla sinodalità aperto in mattinata a Roma da Papa Francesco: «Ascoltare il Vangelo e ascoltare i fratelli: voi iniziate questa missione mentre inizia il cammino del Sinodo della Chiesa universale e della Chiesa italiana, per due anni ci alleneremo ad ascoltarci per mettersi alla ricerca della volontà di Dio. Anche le comunità seguiranno non solo i parroci, ma il Signore stesso e come accade a chi è più ricco e pensa di farcela con le sue forze, sarà più tentato di dire “no grazie, faccio da solo” mentre sono i più poveri, i più deboli e i più fragili che si sintonizzano con l’opera di Dio».

Mons. Napolioni ha quindi concluso l’omelia con un augurio: «Buon cammino, a tutti noi insieme perché siamo tutti protagonisti di ciò che accade oggi. Non è semplicemente la festa a due nuovi parroci ma è la gratitudine al Signore che si fa Eucaristia con noi e per noi affinché ci riconosciamo condotti, nutriti, accompagnati, custoditi e perciò sicuri da ogni turbamento: la comunione con Gesù ci dà la vera pace da invocare, scambiare, custodire e regalare a chiunque».

La celebrazione eucaristica è quindi continuata con la liturgia eucaristica e dopo la Comunione ha visto il nuovo parroco moderatore prendere la parola per un saluto alla comunità che lo ha accolto: «Il fiume Po ci accomuna in questo territorio, vorrei condividere un saluto ricevuto in questi giorni che riprende il messaggio dei percorsi pastorali del vescovo di quest’anno “Va’ avanti e accostati”: sapendovi fare vicino, soprattutto alle famiglie giovani, a chi ha bisogno di una parola o di un consiglio, ma anche di una presenza anche senza parole, l’esserci con i nostri desideri, le nostre fatiche quotidiane nell’attività e nell’azione educativa, tutti possiamo giocare insieme questa scommessa per mettercela tutta nell’essere segno di una comunità che vive con lo spirito di Dio nel cuore».

Ha quindi subito seguito don Massimo Macalli con il suo saluto: «Il cammino di più comunità insieme deve prendere il ritmo giusto come quando si canta: se non c’è ritmo il canto diventa brutto; bisogna un po’ abituarsi a questo ritmo di camminare insieme perché se qualcuno sbaglia ritmo qualcuno resta indietro, qualcuno va’ troppo avanti e allora bisogna un po’ aiutarsi in questo: la grazia del Signore ci accompagni per questo».

Per concludere il pomeriggio di gioia, dopo le firme dell’atto di immissione alla presenza dei testimoni, è stato quindi il momento di un rinfresco accompagnato da un momento di musica dal vivo in oratorio per festeggiare insieme e scambiare le prime parole di conoscenza con i parroci appena accolti.

Matteo Lodigiani

 

 

Biografia dei nuovi parroci

Don Angelo Ruffini (in foto a sinistra), che è stato anche nominato moderatore, è nato a Calvatone nel 1964 ed è stato ordinato il 18 giugno 1994. È stato vicario a San Bassano (1994-1999) e Castelleone (1999-2004). Nel 2004 è stato nominato parroco di Drizzona e Voltido; diventando nel 2005 parroco in solido presso le parrocchie di San Giovanni in Croce, Solarolo Rainerio e Voltido. Dal 2006 al 2011 è stato parroco in solido di Casteldidone e San Lorenzo Aroldo. Dal 2011 era parroco a San Bassano e Santa Maria dei Sabbioni, e dal 2019 anche di Cornaleto, Formigara, Gombito e San Latino.

 

Don Massimo Macalli (in foto a destra), classe 1975, originario di Covo, è stato ordinato il 17 giugno 2000. È stato vicario a Casalbuttano (2000-2008), nella parrocchia Cristo Risorto di Cassano d’Adda (2008-2011) e a Calcio (2011-2014). Nel 2014 il trasferimento, come collaboratore parrocchiale, a Dosimo, Persico e Quistro. Parrocchie di cui nel 2018 è stato amministratore parrocchiale, insieme a quelle di Gadesco, Pieve Delmona e San Marino, di cui sino ad oggi è stato parroco in solido.