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Mistero e luci, a Chiesa di casa il Natale nello sguardo dell’altro

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Vacanze e famiglia, è solitamente questo il modo in cui si è abituati a pensare il Natale. Una giornata di svago, o per alcuni di impegno culinario, da condividere con i parenti, più o meno stretti, e con gli amici. E la Messa, per i cattolici. A mezzanotte o la mattina successiva – qualche volta entrambe – per celebrare il mistero dell’Incarnazione. Ma Natale non è soltanto questo, come ricordano le parole dei tre ospiti della nuova puntata di Chiesa di casa. Continue reading »

Torna nel refettorio di San Pietro al Po la tradizionale mostra dei presepi

 

Lo scorso 9 dicembre è stata inaugurata la “Mostra di Presepi” nel refettorio della chiesa di San Pietro al Po di via Cesari. Una tradizione che da 12 anni non manca di sancire l’inizio del periodo natalizio a Cremona, soprattutto grazie all’impegno che gli artisti e i modellisti mettono nella creazione dei loro diorami, proponendo così ai visitatori un’esposizione sempre nuova ed innovativa. 

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A “Chiesa di Casa” si parla di musica, bellezza senza tempo che fa vibrare le corde dell’anima

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Ricorre il 18 dicembre il 286° anniversario della morte di Antonio Stradivari. A Cremona questa data assume un significato particolare e questa giornata diventa infatti occasione per celebrare lo “Stradivari Memorial Day”. Una ricorrenza che, insieme alla Giornata mondiale del violino celebrata lo scorso 13 dicembre, offre lo spunto per la nuova puntata di Chiesa di Casa, in cui il dialogo si è sviluppato attorno al concetto di musica. Ospiti in studio il maestro Fausto Caporali, organista titolare della Cattedrale di Cremona e docente al Conservatorio di Milano, Paola Carlomagno, assistente alla Direzione del Museo del Violino di Cremona e responsabile della Segreteria scientifica, e il giovane musicista e compositore cremonese Tommaso Ruggeri, tra gli autori dei brani della fiction Braccialetti Rossi. Continue reading »

Una cesta di fraternità per vivere un Avvento di fraternità

 

Uno sguardo ai “lontani” – non solo geograficamente – si concretizza in ogni Avvento, attraverso l’iniziativa dell’Avvento di Fraternità, diventata ormai una solida tradizione per la Chiesa cremonese. Per quest’anno, come già successo nel recente passato, l’iniziativa, dal tema “Una cesta di bontà”, è destinata al sostegno di un’opera di solidarietà pensata, promossa e realizzata per le famiglie della favela di Salvador de Bahia, in Brasile: la distribuzione della “cesta basica”. Un gesto concreto di vicinanza a situazioni di profonda povertà reso possibile, anche grazie alle donazioni dei parrocchiani, dall’impegno della parrocchia bahiana di Jesus Cristo Ressuscitado, gemellata con la Diocesi di Cremona grazie al servizio di due missionari fidei donum cremonesi: il parroco don Davide Ferretti e Gloria Manfredini. Continue reading »

Maria immacolata, «fiamma di purezza che accende la vera vita»

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«Siamo chiamati a diventare famiglia santa che si raduna e gioisce per la bellezza della Madre di un’umanità che realizza il sogno del Padre: la comunione profonda che si allarga a chi nel mondo anela alla vita piena» queste le parole con le quali il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, ha aperto la Messa che ha presieduto nella solennità dell’Immacolata concezione, la mattina di venerdì 8 dicembre in una Cattedrale piena di fedeli, a dimostrazione della devozione viva e sentita della Chiesa cremonese alla Madonna.

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A Chiesa di casa il valore dell’attesa, in un tempo di cura e di apertura all’altro

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Non esiste una vita senza attesa, e Maria, madre del Signore, ne è la testimonianza. È partita da questo presupposto la nuova puntata di Chiesa di casa, il talk di approfondimento della Diocesi di Cremona. Attraverso la presenza di tre ospiti, provenienti da mondi estremamente differenti, il focus è stato posto sul verbo «aspettare», con tutte le sfumature che esso può assumere. Continue reading »

Il vescovo Napolioni per i 120 anni dell’Unitalsi: «Un motore di carità, di condivisione, che fa bene a tutti»

 

Quella dell’Unitalsi è una storia di servizio che dal 1903, anno della sua fondazione, si è sempre alimentata del desiderio di essere uno “strumento” nelle mani di Dio, per portare la speranza dove c’è disperazione, un sorriso dove regna la tristezza. Partendo dai pellegrinaggi con i malati a Lourdes, con l’aiuto della Provvidenza, ha realizzato una serie numerosa di progetti in grado di offrire risposte concrete ai bisogni di ammalati, disabili e persone in difficoltà. Continue reading »

Chiesa di Casa e il linguaggio nei segni

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«Il segno è una relazione che si instaura tra una realtà sensibile e il suo significato». Sono queste le parole che il liturgista don Francesco Gandioli ha usato per definire il «segno» durante la nuova puntata di Chiesa di casa. Continue reading »

X Biennale Don Primo Mazzolari, fino all’11 febbraio 14 artisti in mostra a Palazzo dei Principi

Ritorna il Premio d’arte “Città di Bozzolo” dedicato a Don Primo Mazzolari dopo quattro anni di assenza e in una veste nuova e di largo respiro, con l’inaugurazione della mostra biennale internazionale da lui ideata nel 1954 e allestita nel rinnovato Palazzo dei Principi. Promossa dal Comune di Bozzolo e dalla Fondazione Don Primo Mazzolari e sostenuta da Enti e Istituzioni nazionali e locali, l’edizione 2023 è curata da Matteo Galbiati e vede 14 artisti partecipanti in corsa per il premio, assegnato da una giuria composta da esperti da tutto il mondo, e per un riconoscimento della giuria popolare, assegnato all’opera più votata dal pubblico dei visitatori. Continue reading »

In cerca di parole vere per vivere l’annuncio

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Scarica le slide della relazione della prof. Peruzzotti

 

«Linguaggio e comunicazione». Questo l’ambito scelto, nel contesto della fase «sapienziale» del cammino sinodale della Chiesa cremonese, dal Consiglio pastorale diocesano per la serata di formazione proposta giovedì in Seminario. Una tematica affrontata con l’aiuto della professoressa Francesca Peruzzotti, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e don Manuel Belli, liturgista e antropologo della diocesi di Bergamo.

L’incontro, cui sono stati invitati anche i Consigli pastorali parrocchiali e unitari che quest’anno si concentreranno proprio si questa tematica, tra le cinque proposte a livello nazionale, è stato trasmesso in diretta sui canali social della Diocesi, offrendo a tutti la possibilità di partecipazione e anche di interagire con i relatori pur da remoto. A moderare i lavori don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per il coordinamento pastorale.

«Si tratta di considerare – ha affermato la professoressa Peruzzotti – quali sono le parole e i linguaggi adeguati perché, anche nel nostro tempo, si possa testimoniare il Vangelo di Gesù». È necessario innanzitutto considerare qual è la forma della parola che si può apprendere dalla Bibbia, da cui «scopriamo che le modalità con cui Dio parla ci forniscono uno stile del tutto particolare che i cristiani possono sforzarsi di considerare per verificare qual è, invece, lo stile delle loro parole e qual è la modalità con la quale usano il linguaggio». Ha poi aggiunto: «Si tratta dunque di riconoscere che la parola con la quale Dio parla è sempre una parola differente, è sempre una parola che sorprende, che interpella e che si pone come differenza. Ma insieme con questa differenza, che è la differenza di Dio, c’è la sua estrema vicinanza. È una differenza che si manifesta sorprendendo nella imprevista vicinanza di un Dio che parla rivelandosi in Gesù».

Una riflessione partita dalle Sacre Scritture, manifestazione della volontà di Dio, che ha voluto relazionarsi all’uomo attraverso il Figlio, sino ad arrivare ai giorni d’oggi. «Si tratta di considerare qual è la forma con la quale gli esseri umani possono rispondere di quella parola – ha concluso la docente –. Rispondere a quella parola che interpella significa scoprire la propria responsabilità e significa verificare quanto la propria parola è parola di testimonianza». Quindi parola che corrisponde pienamente «all’esperienza». Una parola che si verifica «autentica solo nella misura in cui corrisponde a quanto viene vissuto giorno per giorno».

«Esistere e comunicare non sono due cose che stanno su piani differenti. Noi esistiamo comunicando e comunicare fa parte del nostro essere. Noi costruiamo relazioni perché comunichiamo – ha evidenziato don Manuel Belli –. Abbiamo potuto conoscere Dio stesso perché ha deciso di instaurare una relazione con gli uomini. Ma comunicare, proprio come esistere, non è proprio così facile». Nel suo intervento il sacerdote ha provato a raccontare gli ambiti in cui si fa un po’ fatica a comunicare. Una difficoltà che poi porterebbe alla fatica di esistere. Un rimando culturale, un riferimento agli «idoli» citati dal filosofo Francis Bacon, che si frappongono tra l’uomo e la realtà, distorcendone la percezione. L’idolo della tribù, l’idolo della spelonca, l’idolo del teatro e l’idolo del foro. Quattro ostacoli che si piazzano anche lungo il percorso della Chiesa, che si trova, in alcuni casi, ancorata a queste strutture. «Facciamo fatica perché a volte incontriamo solo noi stessi, perché negli altri vediamo solo un’immagine di noi stessi, perché ci piace risentire cose che abbiamo sempre pensato che fossero così – ha concluso il liturgista –. E forse pulire un po’ il nostro modo di comunicare ci aiuta a pulire il nostro modo di essere e di relazionarci a Dio».

«La comunicazione non è una questione di nicchia, non è un’appendice, ma una questione di fedeltà alla vita stessa del Signore e della gente», ha precisato il vescovo Antonio Napolioni concludendo la serata. Per questo l’incontro ha rappresentato solo l’inizio di percorso che ora il Consiglio pastorale diocesano è chiamato a proseguire.