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A Chiesa di Casa è “Il tempo dell’ascolto”

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«Ascolta». È questo l’imperativo che Dio rivolge a Israele, come ricordato da don Pierluigi Codazzi, direttore della Caritas diocesana, durante la puntata di questa settimana di Chiesa di casa, il talk di approfondimento diocesano. Proprio in occasione della Giornata mondiale dell’ascolto, che si celebra come ogni anno il 21 ottobre, le parole del sacerdote cremonese ne hanno sottolineato il valore fondativo: «Dio chiede di aprire i propri orecchi. Questo introduce il tema della relazione e significa che essa parte da Dio, non dall’uomo. È una dinamica intrinseca, ed è bene che ce lo ricordiamo. Altrimenti l’ascolto rischia di diventare solamente un’azione o un’operazione messa in atto». Continue reading »

Il valore dell’accoglienza tra carità e “buonismo”. Dialogo a Chiesa di Casa

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“Accoglienza. Tra carità e buonismo”. È questo il titolo dell’ultima puntata di Chiesa di Casa, il talk di approfondimento diocesano a cui hanno preso parte don Maurizio Ghilardi, incaricato diocesano Migrantes e Giusi Biaggi, presidente del consorzio nazionale CGM e della cooperativa “Nazareth”, ente cremonese che si occupa dei minori stranieri non accompagnati. Uno sguardo dunque ai «più piccoli», non solo anagraficamente, costretti a fuggire e a cercare, oltremare e oltre i confini, qualche segno di pace, di fratellanza, di vita dignitosa, che nei loro Paesi non riescono più a trovare. Continue reading »

«Ho bisogno di credere». L’intenso monologo di Mattia Cabrini, un discepolo di Emmaus sulle strade della Chiesa di oggi

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L’intervento del cardinale Zuppi, che nella serata di venerdì 29 settembre ha proposto una sua riflessione sulla Chiesa oggi davanti ad una Cattedrale gremita e attenta, (leggi QUI) è stato preparato da un momento di preghiera comunitaria. Un momento aperto da un intenso monologo scritto e interpretato da Mattia Cabrini, regista, attore e collaboratore della Federazione Oratori. Un dialogo immaginato tra uno dei discepoli di Emmaus e l’altro, Cleopa, l’unico di cui si conosce il nome. Un dialogo a una voce che, su quella strada che porta a Emmaus, porta la Chiesa di oggi, con le sue nostalgie, le sue fragilità e le fatiche. E con quell’inesauribile bisogno di credere.

 

Non l’hanno visto capisci?

È sparito come se fosse un fantasma, come se tutto quello che abbiamo vissuto con Lui fosse un’allucinazione.

Mi sembra già un’altra vita, un capitolo chiuso. Come una delle tante parentesi della vita finite in archivio.

Vorrei vederlo ancora una volta, parlarci insieme per essere sicuro che tutto sia successo.

Invece se n’è andato. Mi segui? finito. Una bella festa che adesso è finita. Uno spettacolo su cui si spengono i riflettori e la gente se ne va. E’ finito lo spettacolo ed è finita la gente! ti ricordi quanta gente ci seguiva? folle… moltitudini … eravamo seguiti, eravamo rispettati… la gente ci cercava, ci temeva, ci salutava per strada, ci ascoltava, come era bello contare? eravamo rilevanti! Eravamo PIENI! Pieni di cose da fare, di gente da incontrare! ti ricordi quando avevamo le agende piene di appuntamenti, di incontri, mattina, pomeriggio, sera e ci lamentavamo del troppo lavoro. Come era bello quando ci lamentavamo del troppo.

Avevamo successo! Noi chiamavamo e la gente arrivava! Non avevamo dubbi perché avevamo successo. Quando hai successo non ti vengono dubbi. Te lo ricordi vero quanto eravamo sicuri di noi? noi l’abbiamo visto! Noi siamo testimoni di questo successo! Diciamoci la verità lo abbiamo seguito anche un po’ per questo successo. E’ normale! Chi si mette a seguire un  fallito? nessuno! Facevamo del bene, ti ricordi quanta gente abbiamo liberato? eravamo utili, avevamo successo e facevamo del bene. Cosa abbiamo sbagliato? Certo sarà colpa della società, della politica, di tanti fattori, ma noi? cosa c’entriamo noi? cosa abbiamo sbagliato noi?

Ora che il successo è finito mi viene il dubbio di avere preso un abbaglio. Forse non l’abbiamo mai visto. Forse ci siamo solo illusi. Forse non c’è niente di niente.

La verità: che oggi non interessa più a nessuno. Queste sono paturnie di un discepolo di Emmaus. Puoi credere quello che vuoi. La gente ti rispetta basta che non la disturbi. Sai cosa? Dovremmo sparire anche noi come ha fatto lui. Ci teniamo il nostro culto, ce lo facciamo per noi basta con questa pretesa di universalità ma chi se ne importa di tutti. Stiamo con quelli che ci credono Cleopa. Io, te, quelli che ci stanno. Non ci serve altro. Dobbiamo sparire Cleopa. Rimanere nell’ombra nascosti. Basta folle, basta eventi. Basta fare qualcosina ogni tanto per consolarci. La gente tornerà. Se vorranno siamo qui.  Se ne accorgeranno. Vedrai che la gente cambierà idea.

Vero che cambierà idea Cleopa? Si accorgeranno che hanno sbagliato. Che hanno ammazzato e messo nel sepolcro qualcuno di importante. Non siamo noi ad aver sbagliato Cleopa, sono loro: quelli che l’hanno rinnegato, che l’hanno condannato, che hanno voltato la faccia dall’altra parte, quelli che sono sono stati indifferenti. Loro hanno sbagliato, non noi!  Noi siamo le vittime di tutto questo.

Certo che se almeno lui si facesse vedere allora noi potremmo avere una ragione in più di reagire. Dobbiamo reagire? dobbiamo farci sentire Cleopa! Dovremmo lottare, avremmo dovuto difenderlo, avremmo dovuto tirare fuori le armi farci ammazzare come ha fatto lui. Per amore. Si certo tutto per amore.

Per amore dobbiamo abbassare la testa.

Per amore dobbiamo alzare la testa.

Per amore a me gira la testa.

L’amore non può essere una cosa che fa male.

Lui lo diceva sempre.

Temo che abbiamo perso.

Abbiamo perso tempo, abbiamo perso qualcuno che ci faccia sentire dalla parte giusta. Perché io non lo so più qual’è la parte giusta capisci. Qui si tratta di affrontare la crisi climatica, demografica, sociale, economica, Ucraina, della genitorialità, bancaria, politica, del Niger, della fede, …che con tutte queste crisi mi viene il mal di crisi, mi viene da vomitare tutte le crisi che ho mangiato e vorrei solo un po di pace.

L’unica cosa vera è non so niente…

Anzi una cosa la so: so che adesso avrei bisogno di vederlo e dirgli che ho bisogno oggi di più di prima di credere in Lui.

Ho bisogno di credere  che la vita di due ragazze che fanno musica a Zaporhia non finisca sotto una bomba e che l’ideologia non possa prendere il sopravvento sull’idea.

Ho bisogno di credere che in fondo al Mediterraneo ci sia qualcuno che li abbracci quando noi non riusciamo a salvarli.

Ho bisogno di credere che il milione e mezzo di giovani a Lisbona non sia solo uno slogan.

Ho bisogno di credere che oggi si possa avere figli e progetti se si ha il coraggio di sognarli.

Ho bisogno di credere che anche se tutte le generazioni precedenti ci hanno lasciato un pianeta pieno di gas possiamo fare qualcosa per migliorarlo e rendere migliore la vita di chi verra dopo di noi

Ho bisogno di credere che la vita abbia sempre una dignità e che invecchiare non sia una maledizione.

Ho bisogno di credere che esistano gli adulti altrimenti essere giovani è una tortura

Ho fede nelle mie e nostre mani, nelle nostre scarpe e nelle nostre teste.

Che la fatica venga ripagata e il dolore curato.

Ho fede nelle cose che mi aspettano domani e ho bisogno di credere che ti rivedrò.

 

Assemblea ecclesiale di inizio anno pastorale in Cattedrale, il cardinal Zuppi: «Camminiamo insieme»

Il vescovo risponde a “Chiesa di Casa”: «Nelle vostre domande una strada da percorrere con tutta la comunità»

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Nella sua definizione, la parola «dialogo» indica un discorso, un colloquio fra due o più persone che abbia come finalità la ricerca di un punto di intesa, di un incontro anche partendo da visioni o posizioni differenti. Così inteso, ingrediente essenziale delle relazioni, il dialogo è indicato come una componente fondamentale anche per il percorso del nuovo anno pastorale nella diocesi di Cremona.

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“Un cuore che batte”, in tutti i Comuni la possibilità di firmare per la proposta di legge

Una iniziativa nazionale in difesa della vita. È quanto promosso dal Comitato della proposta di legge “Un cuore che batte” che chiede l’introduzione, nell’art. 14 della Legge 194 del 1978, del comma 1-bis, che prevede l’obbligo per il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza, di far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso. Continue reading »

Il 15 settembre in Ospedale la presentazione del libro “Con un piede in Paradiso”

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Il centro culturale Sant’Omobono di Cremona, in collaborazione con ASST Cremona e la Pastorale della salute della Diocesi di Cremona, organizza venerdì 15 settembre alle 18 presso l’aula magna dell’Ospedale di Cremona la presentazione del libro “Con un piede in Paradiso”. Sarà presente il giovane autore, don Luca Montini, che nel libro fotografa gli ultimi due anni della sua vita: un incidente gravissimo, i lunghi mesi in un letto d’ospedale, l’amputazione della gamba a 33 anni, l’improvviso abbandono della missione in Kenia, i dolori e le privazioni conseguenti al suo intervento. Frammenti di diario, lettere ad amici, ripercorrono i fatti come istantanee, illuminate da riflessioni che ora scaldano il cuore, ora lo percuotono.

La radice della sfida contenuta nella sua vicenda è una provocazione per tutti: “ogni giorno è un inizio. Soprattutto, ogni giorno dobbiamo riscoprire la ragione per cui vale la pena vivere, lavorare crescere dei figli, lottare”.

Una storia intensa, che racconta di ferite che segnano il corpo e l’anima e da cui sgorgano domande scomode e ineludibili: “chi sono io? Pensavo di saperlo…”. Lacrime e sangue non vengono sparsi invano. Non sono l’ultima parola: “la via della croce non si conclude sul calvario: questo è il trampolino di lancio per il Paradiso”.

La scelta di realizzare questo incontro presso l’Ospedale non è casuale. Per don Luca “il dolore che accomuna i pazienti rompe in un istante tutte le barriere che costruiamo nel rapporto con gli altri. In ospedale non c’è ricco o povero, bello o brutto, forte o debole. Ci siamo io e te, coi nostri dubbi e le nostre paure, e la sorte comune di doverci affidare a qualcuno”. Ospedale come luogo di dolore, ma anche di cura, uno spazio popolato da storie di abbandono, ma anche di autentica condivisione. Comunque un’occasione per andare al fondo della domanda sul senso della vita.

Una testimonianza di fede, che sa parlare a tutti e che mette tutti di fronte a ciò che davvero ha cambiato lo sguardo di un uomo: “Solo in Cristo la vita, perlomeno la mia, vale la pena di essere vissuta. Siamo creati per il Paradiso. Io un piede in paradiso, già l’ho messo”.

Per ulteriori informazioni scrivere a centroculturalesantomobonocr@gmail.com o contattare il 339-4526341.

Unitalsi, concluso il pellegrinaggio regionale a Lourdes

La giornata di venerdì 11 agosto ha segnato la conclusione del pellegrinaggio dell’Unitalsi Lombarda al santuario di Lourdes. Trecento pellegrini provenienti principalmente dalle diocesi di Cremona, Crema, Mantova e Como. Accompagnati da barellieri e dame dell’Unitalsi molti i malati e diversamente abili, in particolare un gruppo della RSD della Fondazione Redentore di Castelverde e un altro di Fondazione Sospiro. In tutto circa un’ottantina i cremonesi, guidati dal presidente della Sottosezione Tiziano Guarneri. Continue reading »

Festa della Madonna del Po, accolta in Cattedrale la statua di Brancere

Una tradizione cara a Cremona e ai suoi territori rivieraschi, che cade nella solennità dell’Assunta. Ma la “festa della Madonna del Po” in qualche modo è già iniziata nel pomeriggio di venerdì 11 agosto quando, accompagnata dai volontari della protezione civile di Stagno Lombardo, paese dal quale ha iniziato il suo pellegrinaggio, la statua della Madonna di Brancere è stata accolta nella Cattedrale di Cremona dal rettore mons. Attilio Cibolini. Continue reading »

Francesco: sogno un’Europa che spenga i focolai di guerra e accenda la speranza

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Da Lisbona, “città dell’incontro che abbraccia vari popoli e culture e che diventa in questi giorni ancora più universale” e “capitale del futuro”, Francesco, nel primo discorso, l’unico in italiano, del suo 42.mo viaggio apostolico, focalizza la sua riflessione sull’Europa, in questo “frangente tempestoso” della storia in cui “si avverte la mancanza di rotte coraggiose di pace”. Al Centro Culturale di Belém, parla alle autorità politiche e religiose, al corpo diplomatico e a imprenditori e rappresentanti della società civile che applaudono diverse volte ascoltandolo. Il vecchio continente sembra non offrire “vie creative per porre fine alla guerra in Ucraina e ai tanti conflitti che insaguinano il mondo”, osserva il Papa, che, dinanzi a un Occidente la cui tecnologia responsabile del progresso e della globalizzazione del mondo “da sola non basta”, come non bastano “le armi più sofisticate”, manifesta le sue preoccupazioni per i continui investimenti sugli armamenti e confida i suoi desideri. Continue reading »

“Cuore di Padre”, il 16 luglio all’Arena Giardino il docu-film su san Giuseppe

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Arriva anche a Cremona “Cuore di Padre. La silenziosa potenza di san Giuseppe” il docu-film prodotto nel 2022 dalla Goya Producciones: un viaggio alla ricerca delle orme di san Giuseppe. La pellicola sarà proposta la sera di domenica 16 luglio, alle 21.30, presso l’Arena Giardino di Parco Ugo Tognazzi (viale Po). Continue reading »