Chiesa di casa, una “nuova” economia per il bene comune

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«Complessità e instabilità». Sembrano essere questi, secondo Valentina Cattivelli – docente universitaria di Economia e project management – i punti di partenza quando si tenta di fare un’analisi socioeconomica del panorama globale in cui viviamo. Intervenuta nella nuova puntata di Chiesa di casa, il talk di approfondimento della Diocesi di Cremona, questa settimana interamente dedicata all’economia, Cattivelli ha fornito un quadro della situazione attuale, sottolineando come «ci sia una fortissima interconnessione tra tutti gli attori coinvolti. Questo porta innumerevoli vantaggi, ma comporta rischi significativi: molte crisi che, teoricamente, non ci riguardano da vicino, hanno ricadute consistenti anche sul nostro paese e sulla nostra società».

In questo senso, un buon modo per valorizzare gli aspetti positivi della globalizzazione è puntare sulle relazioni, ovvero sulle persone. «È da qui che dobbiamo ripartire – ha ribadito Michele Fusari, presidente del Movimento cristiano lavoratori di Cremona-Crema-Lodi – perché solo in questo modo è possibile riscoprire il valore vero del lavoro e del fare economia. Se l’obiettivo è solo generare profitto, non usciremo mai da una logica strettamente individualista, che mal si concilia con la realtà così strettamente interconnessa che ci circonda».

Alle sue parole hanno fatto eco quelle di Elena Righini, vicedirettore della filiale di Brescia di Banca etica. «Riportare al centro la persona significa proprio renderla protagonista di tutti quei cambiamenti di cui, quotidianamente, sentiamo parlare. Se perdiamo di vista i volti degli uomini e delle donne che incontriamo, che si affacciano alle nostre realtà, il rischio concreto è quello di strutturare un’economia che, invece di accorciarlo, ampli il divario sociale, creando una distinzione sempre più netta tra il circolo dei ricchi e la fascia più povera della nostra società».

Dalla nuova puntata di Chiesa di casa, grazie al contributo dei tre ospiti, emerge dunque un’idea di economia piuttosto chiara. Più volte è stato evidenziato il valore della persona come punto centrale per un ripensamento sociale. Insieme ad esso, è stata più volte sottolineata la necessità di trasparenza e condivisione da parte di tutti gli attori coinvolti nei processi economici: imprese, banche, investitori e lavoratori.

Complessità e instabilità sono stati individuati come punti di partenza della riflessione. Cura e riconoscimento delle persone possono essere le strade da percorrere per la costruzione di un futuro in cui non si disdegna il profitto, ma ci si interroga sul valore che esso produce per l’intera società.