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Author: Filippo

Caravaggio fa memoria dell’apparizione: «Le parole di Maria e il coraggio di Giannetta ci riuniscono oggi al Fonte»

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«Come Giannetta, troviamo il coraggio di annunciare a tutti il nuovo orizzonte di vita che il Vangelo porta con sé». Così il vescovo emerito di Cremona, Dante Lafranconi, nei Vespri celebrati nel giorno della memoria dell’apparizione della Madonna a Caravaggio.

Come da tradizione, nel pomeriggio del 26 maggio è stato vissuto un importante momento di preghiera presso il Santuario di Santa Maria del Fonte. La data ricorda quella della prima apparizione, avvenuta nel lontano 1432 alla giovane Giannetta, e subito seguita da una notevole vivacità devozionale. Da qui l’edificazione di una chiesa e un ospedale, già nel 1451, seguita dalla costruzione dell’attuale Santuario, avvenuta nel 1575.

Proprio nel Santuario di Caravaggio si sono aperte le celebrazioni della memoria dell’apparizione nella mattinata di martedì 26 maggio, con la solenne celebrazione presieduta da mons. Lafranconi.

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Nel pomeriggio, invece, è stato pregato il Santo Rosario in Basilica, seguito dal Vespro, aperto dalla lettura del racconto dell’apparizione. Molto suggestivo il momento di silenzio che è stato vissuto al termine del racconto, in attesa dello scoccare delle ore 17, orario in cui la Madonna apparve a Giannetta.

Dopo il rito di aspersione che ha introdotto i Salmi e la Lettura Breve, mons. Lafranconi ha commentato il passo dell’Apocalisse proposto dalla liturgia ricordando come «per i cristiani la vita non si conclude con la morte. C’è un oltre, una vita eterna a cui tutti noi siamo chiamati». Ed è proprio questo desiderio, questo anelito, «a sostenere la nostra fede, che si modella sull’immagine di Cristo, a doverci spingere verso scelte non necessariamente conformiste, ma volte al bene e alla Verità». Un invito forte, dunque, da parte del vescovo, in linea con l’esempio fornito da Giannetta che, seguendo l’indicazione di Maria, «ha avuto il coraggio di raccontare, di testimoniare ciò che aveva visto e udito a tutti coloro che ha incontrato. Ed è proprio grazie alle sue parole che, ancora oggi, possiamo riunirci qui a vivere la nostra fede, a dissetarci al Fonte per poter portare nel mondo la luce del Vangelo».

Le celebrazioni della Memoria dell’Apparizione è stata preceduta dalla consueta novena, che dopo due anni di difficoltà, è tornata ad essere celebrata in modo solenne e con una notevole partecipazione da parte dei fedeli.

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Dopo oltre quarant’anni, è stata inoltre ripresa un’antica tradizione. Le suore del Santuario hanno prodotto i cosiddetti “michini”, dei piccoli panini impastati con l’acqua del Fonte che sono stati  distribuiti ai pellegrini che, in questo modo, hanno potuto portare con loro l’acqua benedetta. Un segno bello, questo, di vicinanza e apertura, una vera testimonianza di Chiesa in uscita verso tutti.

Il Santuario di Caravaggio, d’altra parte, «è uno dei luoghi più frequentati dai pellegrini ‒ come ricordato da mons. Amedeo Ferrari, rettore del Santuario, al termine del Vespro ‒ i quali, con gratitudine e devozione, continuano ad affidarsi alla Madre del Signore». Ed è proprio a lei, a Santa Maria del Fonte, patrona, insieme a s. Omobono, della Diocesi, che tutta la chiesa cremonese è chiamata ad affidarsi con fiducia e speranza.

 

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A Caravaggio la Messa nell’anniversario della apparizione: «Una Madre di misericordia ci invita alla conversione»

Tra le pieghe del tempo con Riflessi «Carta»

«È materia complessa la carta. Impastata di nomi, cifre, appunti, scarabocchi e scoperte. Distesa, appallottolata, gettata, strappata, scatola chiusa. E un giorno riaperta, per ritrovarvi l’intimità di un appunto segreto affidato alla Smemo negli anni del liceo, una foto di famiglia, la mappa dei vitigni vicini a casa, un mazzo di carte da gioco, uno spartito da suonare».

Sono solo alcune delle storie che danno forma alla nuova edizione di Riflessi magazine dedicata proprio alla carta. Un’edizione che – avverte la nota introduttiva al numero trentuno delle rivista digitale diocesana – «non si imbarca in un’operazione nostalgia, a caccia delle tracce di qualche antenato analogico; né intende lasciarsi andare a un gesto distante come quello del millenial che fotografa con l’ultimo iphone una pagina dell’album di famiglia per tenersi i nonni nel cloud o farne social-media-content».

Un viaggio nel tempo, ma senza un’unica direzione: «Quante pieghe in un foglio di carta? Quali parole impresse? Quanto tempo a scrutare il foglio bianco aspettando l’idea che lo meriti e quanto, ancora, da appoggiare sopra quello della nostra vita per dilatarlo fino agli infiniti spazi della storia, del ricordo, dell’immaginazione?»

Ad inaugurare “Carta” un viaggio fotografico alla scoperta di alcuni dei tesori più preziosi dell’Archivio storico Diocesano: il responsabile, don paolo Fusar Imperatore, apre le porte del patrimonio conservato nelle sale del palazzo vescovile, accompagna lungo i secoli, tra una corale miniata su pergamena di fine Quattrocento ai brogliacci cinquecenteschi delle ordinazioni di San Carlo Borromeo alla raccolta della corrispondenza privata di monsignor Bonomelli, vescovo a Cremona dal 1871 al 1914.

Dal «foglio come guardiano» della storia – come scrive Diletta Pasetti nella sua rubrica multimediale Parole Raccolta – «testimone di scelte, compromessi e decisioni», Riflessi accompagna il lettore lungo pieghe diverse, pagina dopo pagina tra scuola, cinema, musica, vigneti, tipografie, giornali e origami giapponesi.

 

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«Per avventurarci in questa edizione abbiamo staccato un biglietto per l’esplorazione spaziale a bordo di un treno a vapore fatto di foglietti colorati. Sotto di noi una città di casette tutte fatte a pieghe. Nella carta abbiamo provato a mettere le mani. Con la cura che richiedono certi documenti e certe storie: antichi come i tesori dell’Archivio della diocesi di Cremona, delicati come le esistenze invisibili di chi vive sans papier, senza documenti, da anni in attesa di diritti». È, questa, la storia di Rocìo, mamma immigrata giunta in Italia per costruire un futuro migliore per sé e per i figli, ma rimasta bloccata dall’attesa dei documenti, cinque anni senza codice fiscale né tessera sanitaria. Oggi continua ad aspettare: «Non posso avere un conto in banca – racconta – né attivare un numero di cellulare. Non posso affittare una casa, firmare un contratto di lavoro o seguire una formazione professionale. Sono iscritta all’Inps, ho pagato contributi e tasse: per loro esisto solo in quel momento, poi torno ad essere invisibile». Non però per i medici volontari della Associazione Articolo 32 che garantiscono il diritto alla salute proprio a chi non ha i “titoli” per entrare nel sistema sanitario nazionale.

«I Riflessi di carta sono condivisi con persone che a questa materia, antica ma mai fuori moda, hanno affidato carriere solide, ricordi emozionanti, tracce di incontri, progetti per qualcosa di nuovo. Come una parola che mancava. Come la giusta piega nei labirinti della vita.

Il Vescovo ai ministranti: «Servite il Signore nella gioia oggi e sempre, questo è il mio augurio!»

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Nel pomeriggio di giovedì 2 giugno il Seminario Vescovile di Cremona ha ospitato l’incontro diocesano dei ministranti.

Entusiasmo, partecipazione e spirito di aggregazione hanno caratterizzato il pomeriggio che ha coinvolto più di 200 giovani ministranti provenienti dalle diverse parrocchie della diocesi di Cremona accompagnati dai loro sacerdoti.

Il titolo dell’iniziativa riprende un’esortazione che spesso don Bosco rivolgeva ai suoi ragazzi: “Servite il Signore nella gioia”.

Il pomeriggio è iniziato con l’accoglienza dei giovani animata dai seminaristi e dalle novizie delle suore Adoratrici di Rivolta d’Adda che hanno organizzato l’incontro insieme al responsabile dei ministranti don Flavio Meani.

Il seminario si è fantasiosamente trasformato in Valdocco, l’oratorio fondato da Don Bosco dove si è svolta una particolare caccia al tesoro a cui hanno partecipato tutti i ministranti suddivisi in gruppi per fasce di età.

Ogni tappa è stata abbinata ad un gioco da svolgere nei diversi spazi del Seminario. Scopo finale è stato quello di trovare Vittorio, il tesoro che al termine de gioco si è scoperto essere Vittorio l’ostensorio.

Divisi in nuovi gruppi, ragazzi e ragazze hanno condiviso un momento di riflessione a sfondo vocazionale a partire dal dialogo fra San Domenico Savio e Don Bosco; “Io sono la stoffa: lei ne sia il sarto”.

Dopo la merenda una piccola processione con tutti i ministranti ha introdotto il momento di preghiera in chiesa presieduto dal vescovo Antonio Napolioni concelebrata con don William Dalè, il diacono che sarà oridinato sacerdote il prossimo 11 giugno.

«Abbiamo formato questa assemblea che, come vedete, è specialissima – ha affermato mons. Napolioni – Avete mai visto una assemblea liturgica in Chiesa in cui ci sono il 90% di chierichetti? – ha poi proseguito – Cerchiamo veramente di gustare questa assemblea speciale, una assemblea in cui non abbiamo trovato da fare per tutti. Forse è proprio questa l’immagine più bella: tutti al servizio, tutti al posto d’onore, tutti stretti intorno all’altare, alla parola, al Signore. Ma pensate, tutti siamo membra di un unico corpo – ha concluso quindi – Qui c’è una fraternità, i vostri diversi abiti cantano la stessa identità, oggi siamo davvero alla sorgente di tutto e allora servite il Signore nella gioia oggi e sempre, questo è il mio augurio!»

Ha concluso l’evento lo spettacolo di Stefano Priori sulla vita di San Giovanni Bosco alla quale si è ispirata l’intera giornata.

Alle Acli una riflessione sulla guerra e sull’impegno alla pace che richiama le coscienze dei cristiani
Incontro nella sede cremonese con l'intervento di Giorgio Beretta, della Rete italiana pace e disarmo

Giovedì 2 giugno, in occasione della festa della Repubblica, presso la sede provinciale delle Acli cremonesi si è tenuto il convegno intitolato Italia, una Repubblica che ripudia la guerra? Dialogo con le coscienze.

Lincontro, che ha avuto tra i relatori Giorgio Beretta, analista dellOsservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (OPAL) e della Rete italiana pace e disarmo, ha voluto riassumere «limpegno che le Acli cremonesi hanno deciso di prendersi per una riflessione condivisa sul ruolo del cristiano nei processi di pace, rivolgendo il loro sguardo a tutti i conflitti in corso nel mondo, a partire dallattuale situazione ucraina» come ha dichiarato in apertura il Presidente Bruno Alessio Tagliati.

In particolare, il convegno va a chiudere una serie di eventi che le Acli hanno organizzato sul territorio provinciale per le date più significative della Repubblica: 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno. «Tutte queste date hanno concorso a fare diventare la nostra Carta Costituzionale quello che è. Un faro nei momenti critici in cui il dubbio ci attanaglia».

Al centro della riflessione larticolo 11 della Costituzione LItalia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionalianche alla luce di quanto sta succedendo in Ucraina, a partire dallanalisi del documento redatto da Acli Lombardia nell’aprile scorso, Da cristiani in tempo di guerra.

«Questo incontro è unoccasione per riflettere insieme su quello che si può fare per evitare di fomentare un conflitto già tanto crudele, trovando unalternativa pacifica allazione militare» ha concluso Tagliati introducendo Giorgio Beretta, che ha proposto allassemblea presente unanalisi accurata e dettagliata della situazione del diritto internazionale e della vendita di armamenti da parte europea e italiana.

La proposta di Beretta è partita dal ripensare allinvestimento militare in termini di risorse umane ed economiche. «Che siano il minimo necessario per assicurare un muovo modello di difesa europea, per la quale occorre ripensare anche a un nuovo modello di industria della difesa» ha dichiarato.

Citando a più riprese il discorso fatto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della sua visita al Parlamento del Consiglio dEuropa, Beretta si è poi soffermato sulla guerra in Ucraina e sulla necessità di «trovare soluzioni alternative alla risposta armata, che produce danni inimmaginabili non solo alle nazioni direttamente coinvolte nel conflitto ma anche ai paesi del sud del mondo, che subiranno linnalzamento del prezzo del grano e di altre risorse di prima necessità».

Attraverso passaggi della Costituzione Italiana e della Carta Onu, Beretta ha proposto una lettura attuale di documenti fondanti la democraticità dellItalia e dellEuropa, passando attraverso il tema del nucleare, dellaumento della spesa militare negli ultimi 30 anni (a fasi alterne), del pacifismo come un modello alternativo di mobilitazione dal basso che può portare a risultati tangibili e di notevole spessore.

A questo proposto una parola è stata spesa anche da Rosita Viola, assessore alle politiche sociali e della fragilità del Comune di Cremona, presente allincontro: «Sappiamo che occorre molto tempo, ma alla fine i risultati si possono raggiungere, quindi continuiamo su questa strada, perché se siamo riusciti a mettere al bando le mine antiuomo altri risultati potranno essere raggiunti».

Lincontro si è concluso con un arrivederci a un prossimo evento durante il quale don Antonio Agnelli, assistente spirituale delle Acli cremonesi, affronterà gli aspetti etici della questione attraverso una lettura delle dichiarazioni di Papa Francesco.