image_pdfimage_print

Author: Filippo

Blasfemia al “Cremona Pride”. Il Vescovo: «Esprimo dolore, mio e della comunità cristiana»

All’indomani della manifestazione “Cremona Pride” tenutasi sabato 4 giugno in città, raccolgo lo sconcerto di numerosi cittadini, credenti e non credenti, per la presenza di immagini offensive ed evidentemente blasfeme, che non possono avere alcun valore educativo o comunicativo di valori e diritti. Sono gesti che non fanno bene a nessuno, e che feriscono anche i tanti che si stanno impegnando con reciproco rispetto per una società senza discriminazioni.

Esprimo il dolore mio e della comunità cristiana, nel desiderio di imparare sempre dalla Madre di Dio e dell’umanità uno sguardo di accoglienza, comprensione e riconciliazione verso tutti. La Chiesa cremonese, impegnata in un aperto dialogo sinodale con tante voci ed esperienze delle proprie comunità e della società civile, alimenterà nella preghiera l’ulteriore impegno di annuncio e dialogo, che questi tristi episodi non hanno la forza di intaccare.

+ Antonio, vescovo

Pentecoste in Cattedrale: primo compito della Chiesa è l’unità

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

«Come gli Apostoli, usciamo dal nostro cenacolo e andiamo ad evangelizzare il mondo». Questo l’invito che il presidente del Capitolo della Cattedrale di Cremona, mons. Ruggero Zucchelli, ha rivolto ai fedeli durante la solenne celebrazione nel giorno di Pentecoste.

Domenica 5 giugno, infatti, la Messa delle 11in Duomo è stata presieduta da Zucchelli, a pochi giorni di distanza dai festeggiamenti per l’anniversario della dedicazione della chiesa madre della diocesi.

Ed è proprio di Chiesa che il presidente del Capitolo ha parlato nella sua omelia, facendo  riferimento al brano degli Atti degli Apostoli proposto dalla liturgia del giorno: «Viviamo in un mondo di profonde divisioni ‒ ha commentato ‒ anche nella Chiesa. Spesso le nostre comunità faticano a vivere in armonia. Ma non dimentichiamo che realizzare l’unità è il primo compito di ogni cristiano e di ogni uomo».

Unità che non è mai fine a se stessa, secondo mons. Zucchelli, perché con la Pentecoste «comincia la missione proclamata dal Signore nel giorno della sua Ascensione: annunciare al mondo la sua Parola. Si tratta di una missione sconfinata, che supera le nostre forze. Proprio per questo motivo, oggi, siamo invitati a rendere grazie a Dio che ci ha donato il suo Spirito per sostenerci e accompagnarci».

Centralità dell’azione del Padre e testimonianza da parte dei credenti. Intorno a queste due dinamiche ruota la festa di Pentecoste, «che non è semplice memoria ‒ ha concluso mons. Zucchelli ‒ ma occasione di preghiera, riflessione e rendimento di grazie per la presenza di quel fuoco capace di riscaldarci e illuminarci, affinchè ciascuno di noi possa scoprire in quale modo il Signore lo chiami a portare avanti la missione della Chiesa».

Con la festa di Pentecoste si è chiuso, a livello liturgico, il tempo di Pasqua, con la comunità cristiana che, da ora in avanti, sarà chiamata a continuare a vivere ed annunciare, nella propria quotidianità, la Buona Notizia che il Risorto ha affidato ai credenti di ogni tempo.

Attentato di Pentecoste, il dolore della comunità nigeriana a Cremona: «Nel nostro Paese si rischia la vita ogni giorno»
Padre Patsilver, guida della comunità anglofona in diocesi, parla della situazione drammatica dei cristiani nel suo Paese d'origine

«Siamo scoraggiati davanti alla sparatoria avvenuta in Nigeria durante la festa di Pentecoste». Parla con voce triste padre Patsilver, sacerdote nigerino guida spirituale della comunità africana anglofona a Cremona. «Siamo affranti perché è uno dei tanti soprusi a cui la popolazione è soggetta ogni giorno». La voce è rotta da una sorta di rassegnazione che a tratti diventa voglia di gridare al mondo il disagio vissuto dal suo popolo. Continue reading »