Tag Archives: pastorale giovanile

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Gmg, da Salvador de Bahia a Lisbona con tappa a Cremona
Nei giorni precedenti l'incontro mondiale dei giovani alcuni giovani brasiliani saranno ospitati in diocesi di Cremona

Nelle parrocchie comincia a diffondersi il clima di attesa ed entusiasmo per la 37a Giornata mondiale della gioventù, che si terrà a livello internazionale dal 1° al 6 agosto 2023 a Lisbona. Dalla città di Cremona, però, insieme ai ragazzi della diocesi, partiranno anche alcuni giovani brasiliani. Si tratta di una decina di ragazzi della parrocchia di Gesù Cristo Risorto, a Salvador de Bahia, che saranno ospitati da famiglie cremonesi, proprio nella settimana precedente la Gmg, per poi raggiungere Lisbona. Continue reading »

Oratorio, laboratorio di sinodalità. L’assemblea diocesana mette al centro l’ascolto

Nella cornice di pubblico formata da sacerdoti, educatori, catechisti e operatori pastorali e riunitasi nell’Auditorium Bonomelli, si è tenuta, nel tardo pomeriggio di venerdì 16 settembre, presso il Seminario vescovile di Cremona, l’Assemblea degli oratori, occasione di approfondimento e di confronto sul tema del nuovo anno oratoriano: “La parte migliore”, l’ascolto.

L’evento, aperto dall’introduzione di Mattia Cabrini, educatore della Federazione oratori cremonesi e presentatore, affiancato da suor Valentina Campana, delle Adoratrici del Santissimo Sacramento, ha preso il via con la suggestione musicale proposta da don Massimo Cortellazzi, che, attraverso la sua esperienza in materia e il supporto di materiali video, ha cercato di accendere nei presenti una scintilla: «Non vi devo insegnare ad ascoltare, quello lo sapete fare da ancor prima di nascere, dobbiamo solo esercitarci».

Secondo Cortellazzi esistono tre livelli di ascolto: la percezione, cioè una selezione, «la scelta di chi o cosa ascoltare», il giudizio, ovvero il dare un senso a ciò che si ascolta, e la comunione, perché, come racconta il sacerdote, l’ascolto è soprattutto via di comunicazione, qualcosa che garantisce l’incontro e la condivisione con gli altri.

Dopo il contributo di don Massimo Cortellazzi ha preso forma la “tavola rotonda”, attorno alla quale hanno preso posto i quattro relatori, intervistati e stimolati alla riflessione dai presentatori.

A turno sono intervenuti don Daniele Rossi, parroco dell’unità pastorale “Mons. Angelo Frosi”, formata dalle parrocchie di Cornaleto, Formigara, Gombito, San Bassano, San Latino e Santa Maria dei Sabbioni, i coniugi Elena Barbieri e Aldo Lena, genitori e membri dell’associazione “Famiglia buona novella”, Max Bozzoni, educatore, formatore di teatro sociale e di comunità e animatore sociale, e Giulia Ghidotti, educatrice volontaria presso la casa famiglia di Rivolta d’Adda e incaricata “Giovani” della delegazione regionale di Azione Cattolica.

«La Chiesa suggerisce che ci sia collaborazione tra religiosi e laici – spiega don Daniele Rossi – ma in realtà ci sono delle fatiche: a volte il prete è da solo, senza nessuno che lo aiuti, a volte decide da solo, anche se è affiancato da qualcuno, mentre altre volte ancora delega troppo, per scarso interesse». Il sacerdote propone tre strumenti per facilitare la vita dell’oratorio: la relazione tra gli “attori”, la stima – «che spesso manca, soprattutto verso i giovani», e la fiducia. «L’oratorio non è più quello di dieci anni fa – racconta Rossi –. Serve uno sguardo al presente, ma anche una visione senza paura verso il futuro. Negli oratori scarseggia la ferialità, quindi bisogna pensare a strategie per valorizzare questo sguardo, anche solo al sabato e alla domenica».

Collaborazione, anche decisionale, in parrocchia che può essere paragonata a quella che serve a una famiglia per funzionare. E di questo sono testimoni i coniugi Elena Barbieri e Aldo Lena, che raccontano: «In famiglia le decisioni le prendiamo noi di solito, ma i livelli cambiano continuamente: nella crescita, i figli reclamano sempre più ascolto per le decisioni condivise, chiedendo spazio per non dover solamente subire le scelte».

L’intervento di Max Bozzoni si è concentrato sul parallelismo tra l’oratorio e il teatro: «Entrambi sono una casa in cui ci si deve incontrare e ascoltare, in cui bisogna condividere, discutere e, perché no, anche pregare». E da qui una provocazione: «Perché non usare di più, sia per i ragazzi che per gli operatori, il teatro in oratorio? Il teatro, così come la musica e gli altri linguaggi espressivi, può essere oggi fonte di lavoro e di ispirazione per l’oratorio».

Giulia Ghidotti ha invece raccontato le differenze tra il suo passato e il suo presente in oratorio: l’oratorio è comunità, formata da persone che, come dice Giulia citando Eternamente ora di Francesco Gabbani, sono “l’acqua buona in cima alla salita”. «Cosa mi chiede la comunità? E cosa io chiedo a lei? Io chiedo di esserci, di supportarmi, anche di sbloccarmi, perché il “ricevere” mi sprona a dare qualcosa. Quello che offro io, invece, è il mio tempo, anche se ben diverso dal tempo che offrivo da adolescente».

Al termine della “tavola rotonda” il saluto e il ringraziamento di don Francesco Fontana, presidente di Focr, che ha proposto tre piste, tre “cantieri di Betania” per l’immediato futuro degli oratori: il cantiere della strada e del villaggio, il cantiere dell’ospitalità della casa, dedicato alla regia dell’oratorio, e il cantiere delle diaconie, dedicato alle diverse vocazioni dell’educazione.

«Abbiamo esercitato l’ascolto reciproco – ha concluso Fontana –. Abbiamo allenato e praticato la nostra sinodalità, che è la forma di Chiesa che il Vangelo ci suggerisce e che possiamo provare a vivere anche nell’ordinarietà degli oratori».

Al termine della serata, la cena allestita dal bistrot del Seminario, con l’animazione musicale proposta dai ragazzi di Radio del Rey e seguita dalla preghiera conclusiva guidata dal vescovo Napolioni.

 

Ascolta la registrazione della tavola rotonda

Federazione oratori, dal 28 ottobre il pellegrinaggio per gli adolescenti a Barcellona. Ecco come partecipare
Don Fontana: «Opportunità per riconvocare e ricompattare il gruppo dei ragazzi che terminata l'estate solitamente si disperde un po’». Iscrizioni entro il 30 settembre

Dopo il grande raduno italiano degli adolescenti in Piazza san Pietro con Papa Francesco dello scorso aprile, il cui ricordo è ancora vivido negli oltre 300 partecipanti dalle parrocchie della diocesi, ecco un nuovo invito che la Federazione oratori propone agli adolescenti: un viaggio-pellegrinaggio a Barcellona, in programma dal 28 ottobre al 1° novembre. Una città, un viaggio, una realtà significativa da incontrare, per sperimentare concretamente che il cammino di fede si fa insieme, come esperienza forte di gruppo, come esperienza bella perché capace di tenere unite la serietà della ricerca di fede, la serenità della gita e l’occasione di approfondire conoscenze e legami. Continue reading »

Feste Grest, una giornata di giochi e amicizia a Castelverde per gli oratori della Zona 2

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Giochi, entusiasmo, divertimento e amicizia hanno caratterizzato la prima festa zonale dei Grest che si è svolta nella giornata di mercoledì 22 giugno presso l’oratorio di Castelverde.

Questo è stato il primo dei due incontri organizzati dalla zona pastorale 2, il secondo appuntamento sarà a Soresina il 29 giugno.

Presenti circa 650 tra bambini e animatori provenienti dagli oratori di Casalbuttano, Castelverde, Paderno Ponchielli, Sesto Cremonese, Spinadesco, Olmeneta, Pozzaglio, Corte de Frati, Casanova, Acquanegra e Fengo.

La giornata, coordinata da Gianluca Aleo (educatore del Grest di Castelverde), è iniziata alle 10 con l’ormai popolarissimo inno del Grest 2022 “Batticuore” ballato con energia contagiosa dagli animatori e da tutti i bambini presenti.

Il momento di preghiera è stato guidato da don Matteo Bottesini, vicario dell’unità pastorale “Madonna della Speranza” che, dopo la lettura del Vangelo di Marco sulla guarigione di un paralitico, ha proposto una riflessione adatta al clima della giornata: «Anche noi oggi abbiamo una missione grande – ha detto – , è bello avere degli amici che ci accompagnano; amici più grandi, come gli animatori, che oggi vi guideranno in questa giornata». E ha quindi proseguito: «I nostri amici, come quelli  del paralitico del Vangelo che lo hanno calato dal tetto, fanno di tutto per offrirci la cosa migliore. La cosa migliore per il paralitico era quella di arrivare a Gesù e perché accada i suoi amici arrivano ad un gesto che sembra quasi da pazzi. Ci vuole una parola chiave: ingegnarsi, usare la nostra creatività per riuscire a portare tutti al meglio che si può avere. È bello pensare che qualcuno fa di tutto perché noi possiamo stare bene, perché anche noi possiamo incontrare il Signore e vivere delle giornate belle. Oggi – ha concluso – ci diamo anche il tempo per accoglierci, aspettarci, conoscerci, metterci anche noi davanti a Gesù».

Con questo spirito di condivisione e di attenzione alle relazioni positive, gli animatori dei diversi oratori hanno organizzato giochi in diverse postazioni all’interno dell’oratorio e i bambini hanno potuto divertirsi e sfidarsi a tiro alla fune, calcio, basket, Twister, okay su prato, percorsi e tanti altri giochi.

Alle 12.30 il pranzo al sacco per rigenerarsi e poter ricominciare a giocare tutti insieme alle 13.30.

Nel pomeriggio protagonisti dei giochi anche gli animatori con la sfida a calcetto dei ragazzi e a tiri liberi a canestro delle ragazze, sempre accompagnati dal tifo entusiasta dei bambini.

A conclusione della giornata è stato proclamato vincitore della festa zonale dei Grest 2022 proprio l’oratorio ospitante di Castelverde.

Adolescenti, il coro di rinascita di piazza San Pietro torna con gioia nelle parrocchie: «Riconoscere il Risorto insieme: questo è l’oratorio»

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All’indomani della grande Veglia con Papa Francesco e i sessantamila adolescenti italiani in Piazza San Pietro, è ancora forte l’emozione dei 320 pellegrini cremonesi. «Andate avanti!», l’invito, l’augurio, il mandato del Santo Padre resterà nei cuori dei ragazzi, con quel suo carico di luce e coraggio che non si perde di fronte alle paure e alle ombre della vita. Anche della loro. Ombre che sembrano oggi più lontane, spinte più in là dal pieno di amicizia, allegria e voglia di vita che dalla Città eterna ha alzato un coro d’entusiasmo e rinascita giunto in tutti gli angoli del Paese.

«Non importa il come noi riconosciamo che Gesù è risorto, l’importante è che lo facciamo», ha riflettuto con il gruppo degli adolescenti cremonesi don Francesco Fontana, nell’omelia della Messa di fine pellegrinaggio celebrata nel pomeriggio di oggi, martedì, nella basilica Ara Coeli. Prima di entrare a pregare, la foto ricordo con tutti i gruppi rimasti a Roma, che si sono dati appuntamento per la celebrazione dopo una notte di riposo e una mattinata da turisti nella Capitale: «C’è una caratteristica comune a tutte le vicende di chi riconosce il risorto – ha proseguito l’incaricato diocesano di Pastorale Giovanile, non lo riconoscono mai da soli, né Giovanni, né Pietro, né la Maddalena. C’è sempre qualcun altro insieme a loro. L’esperienza di riconoscere il risorto è sempre un’esperienza unitaria, è sempre riconoscere il risorto grazie a qualcuno che cammina con noi». «Riconoscere il Risorto insieme: è questo quello che si fa in oratorio, in parrocchia in qualunque esperienza – ha aggiunto –. Riconoscere il Risorto insieme: questo è l’oratorio».

Con questo spirito, prima di salire sui pullman per il rientro nelle proprie parrocchie, i gruppi hanno concluso pregando insieme e condividendo (dopo averlo fatto sui social, con il proprio stile allegro e aperto, anche con il contributo del profilo Instagram della Diocesi di Cremona, che si è colorato per 48 ore delle loro t-shirt e dei loro sorrisi) il ricordo e l’emozione dell’incontro con il Papa e con i coetanei. La celebrazione Eucaristica, concelebrata da tutti i sacerdoti che hanno accompagnato i gruppi nell’esperienza, si è aperta con la lettura del saluto del Vescovo Napolioni, che non ha mancato di far sentire la sua vicinanza ai giovanissimi pellegrini.

Don Francesco ha poi sottolineato la forza delle testimonianze che i ragazzi hanno ascoltato in piazza San Pietro e da cui sono rimasti profondamente colpiti (sentiremo le loro voci e i loro commenti nella puntata del Giorno del Signore in onda sabato 23 aprile dalle 20.30 sui canali social e sul sito ufficiale della Diocesi di Cremona, e in tv su Cremona 1 sabato alle 20.25 e domenica alle 12.30): «Ieri abbiamo ascoltato oltre al Papa la testimonianza di alcuni ragazzi. Ragazzi della vostra età erano hanno raccontato delle storie che potrebbero essere anche le storie di qualcuno di voi. Abbiamo sentito di Emanuele che ha avuto una malattia grave fio ad aver avuto bisogno anche i un trapianto di cuore; la storia di Sofia che è stata colta da dubbi sulla sua vita e sulla sua fede; la storia di Alice colpita dal lutto: la morte della nonna; la storia di Samuele che ha faticato ad uscire dall’isolamento del lockdown ritrovandosi anche dopo da solo in casa. E la storia di Mattia che, pur così piccolo, si è preso cura di suo papa malato. Storie che potrebbero essere le nostre – ha osservato il sacerdote – storie vere. Storie in cui ciascuno di loro ha dovuto riconoscere la presenza di Gesù vivo e vero nella loro vita per non disperarsi».

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«Non scoraggiatevi»: risuonano forti le parole del Papa. «Portate le paure alla luce», «non abbiate paura della vita»… Così anche «una crisi» può diventare occasione di vita bella perché condivisa con gli altri: «Il risorto – ha ribadito don Fontana – lo possiamo riconoscere concretamente come Giovanni, che lo intuisce che ad un certo punto capisce che Gesù risorto. Lo possiamo riconoscere come Pietro, perché qualcuno ce lo racconta e – come a Pietro – ci dice “ma guarda che quello lì è il Signore”. Oppure lo possiamo riconoscere come Maria Maddalena: sentendoci chiamare per nome. L’esperienza anche della vocazione».

Al termine della Messa pullman sono poi ripartiti per il ritorno nelle proprie parrocchie, nelle proprie case (qualcuno in realtà si concede ancora un giorno da turista a Roma). Ma il pellegrinaggio degli adolescenti a Roma è tutt’altro che finito. La strada continua. E richiede coraggio. E richiede «fiuto», quel «fiuto per la verità» che il Papa ha riconosciuto come caratteristica tipica della giovinezza: «Non perdete il fiuto» ha esortato.

«Noi siamo arrivati qui grazie ad un invito – ha concluso il suo pensiero don Francesco durante la Messa all’Ara Coeli – Ci ha invitato il Papa, ci hanno invitato i nostri preti e gli educatori. Ora andiamo a casa con una sfida, si chiama “la nostra storia”. L’invito a Roma si chiamava #seguimi: “Dai seguimi, andiamo ad incontrare il Papa” ed il Papa ci ha detto quello che Gesù dice a Pietro: “Dai seguimi”. Con questa parola adesso torniamo. Solo che questa è una sfida rivolta a ciascuno di noi. Il Signore ci invita e ci sfida a seguirlo, lì dove abitiamo, nella scuola che frequentiamo, negli amici che incontriamo seguire Gesù perché lo abbiamo riconosciuto vivo e presente in mezzo a noi».

Reportage a cura di Margherita Santini e Marco Pennachi Griso

 

Oltre 300 adolescenti cremonesi dal Papa che li esorta: coraggio e avanti, senza perdere il “fiuto” della verità!

Cresimandi e cresimati tornano ad accendere il PalaRadi. Il Vescovo: «Seguite la freccia scoccata da Dio»

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Con uno scambio di battute con i ragazzi che si son domandati che cosa significasse essere cristiani, il vescovo Antonio Napolioni ha introdotto l’omelia del tradizionale momento di preghiera presso il palazzetto dello sport di Cremona, che nel pomeriggio di sabato 7 maggio ha saputo raccogliere da tutta la diocesi i ragazzi che hanno da poco ricevuto il sacramento della Cresima o lo riceveranno nelle prossime settimane. Ad accogliere l’evento, accompagnato dalla musica del Grande Coro Diocesano diretto da Mauro Viola, la Federazione Oratori Cremonesi con il presidente don Francesco Fontana.

Animazione e preghiera, festa e tradizione, futuro e impegno, sono alcune delle parole che descrivono l’incontro dei cresimandi e cresimandi al palasport che da due anni, a causa del Covid-19, non si era potuta svolgere, ma che quest’anno è tornato più forte che mai.

Con ironia e abilità i ragazzi della FOCr hanno messo in scena un divertente spettacolo che ha raccontato di tre ragazze pronte a partire per le vacanze, ma che a causa di un improbabile gommista si son ritrovate a mimare un carretto, i cui componenti sono stati sostituiti dai ragazzi del pubblico che, pronti a unirsi a questa inusuale situazione, si son ritrovati anche loro ad esibirsi davanti ai coetanei, arrivando infine a ballare sotto le note di Bruno Mars un ballo che ricordava il cambio di una gomma, tra palloni che volavano, grida, gioia e spensieratezza.

A seguire il coro ha accolto con il suo canto il vescovo Napolioni, che ha chiesto al pubblico un forte “siamo qui”, per dimostrare che sia i cresimandi che i cresimati, così come i catechisti, sono una presenza concreta che si fa sentire, ricca di Spirito Santo, dimostrata anche dalla testimonianza di alcuni ragazzi che hanno raccontato della loro vita da cristiani, condividendo la gioia della fede con tutti i presenti che ancora stanno aspettando di viverla in tutta la sua pienezza. Aiuto, condivisione e testimonianza, “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”, questo il motto che ha guidato la riflessione dei ragazzi.

“Vi siete posti delle belle domande, ma vedete, quell’uomo che veniva da lontano e andava al tempio ne tornava deluso, il suo viaggio non trovava una meta. Anche noi a volte andiamo al tempio per abitudine, con il rischio che Gesù diventi scontato. Leggendo il libro di Isaia si domandava di chi parlasse, e Filippo gli ha rivelato chi era Gesù”. Con questo commento al Vangelo posto nella forma di un dialogo fra i ragazzi, il Vescovo ha posto a tutti una domanda, “chi è Gesù?” rispondendo che “Lui è una freccia scoccata da Dio che ancora fa la sua traiettoria nel cuori”. “Seguire Gesù – ha detto ancora Napolioni – significa seguire quella freccia, non averne paura. Bisogna però scoprire chi è, e noi non lo sappiamo ancora del tutto, poiché il suo mistero é inesauribile, seguirlo è quindi un viaggio indimenticabile, quindi buon viaggio anche a tutti voi”. Quindi, chiudendo la propria riflessione il Vescovo ha chiesto ai ragazzi: “Vogliamo essere un popolo nuovo? Vogliamo essere la famiglia dei figli di Dio? Se c’è questa verità, se c’è questo fuoco, sarà una vita straordinaria”.

 

 

E se la vita è un viaggio, un’avventura straordinaria, ecco il motivo per il quale è stata regalata ai gruppi presenti una borraccia. Il segno dell’importanza dell’acqua durante un viaggio, della sete, ma soprattutto della condivisione, del sapere sfruttare ciò che si ha senza però ledere agli altri, sacrificandosi per il prossimo. “Quando andavo in montagna con i ragazzi – ha detto il Vescovo – ho sempre portato con me una borraccia segreta, una borraccia piena d’acqua che avrei tirato fuori solamente quando quella di tutti gli altri fosse finita, solo quando ce ne fosse stato veramente bisogno. In quel momento sapevamo bene che dovevamo solo bagnarci le labbra e non bere a garganella, perché così ognuno avrebbe avuto un piccolo ristoro per continuare la camminata, per continuare l’avventura. Così si impara a condividere e vivere per gli altri”.

Il cammino non finisce mai, e questo vale per tutti. Per dimostrarlo è stata regalata una borraccia anche al Vescovo. E quando in viaggio sta per iniziare, come nel caso del diacono William Dalé, che ha affiancato il vescovo durante l’incontro, allora la bellezza dell’avventura deve ancora arrivare: per questo gli è stato donato tutto l’occorrente per poter celebrare la Messa, quando a giugno sarà ordinato sacerdote.

Il Vescovo su Avvenire risponde alle domande dei giovani sui temi dell’affettività: «Le comunità siano meno giudicanti e più educanti»
L'intervista in edicola sul quotidiano della Cei mercoledì 26 gennaio riprende i temi affrontati nell'incontro di novembre tra i giovani e i vescovi lombardi

«Cosa c’entra Dio con le relazioni d’affetto?». Con questa domanda si apre l’intervista al vescovo Napolioni pubblicata oggi, mercoledì 26 gennaio, dal quotidiano Avvenire in una pagina dedicata alla ripresa dei temi di “Giovani e vescovi”, l’incontro che ha posto in dialogo i vescovi della Lombardia con duecento giovani, lo scorso 6 novembre, nel Duomo di Milano. Un incontro che il vescovo stesso definisce «profetico, segno di speranza e chiamata alla responsabilità».

Il Vescovo Napolioni, che proprio a Milano partecipò ai lavori del tavolo incaricato di affrontare il tema dell’affettività, nell’intervista risponde alle domande raccolte dalla redazione di Avvenire proprio tra i giovani: «Il mistero della vita – dice – si scopre soprattutto con gli affetti, le relazioni, gli incontri».

Nel dialogo con la giornalista Chiara Vitali, il Vescovo parla di matrimonio, di «scelte di vita robuste e coraggiose», di sessualità, della «dialettica tra legge e libertà», di educazione, di ferite ed esclusioni, di una comunicazione da rinnovare, dell’urgenza di una nuova capacità di ascolto nelle comunità adulte, chiamate ad essere «meno giudicanti e più educanti».

L’intervista pubblicata sull’edizione di Avvenire di mercoledì 26 gennaio con il titolo “Napolioni: liberiamo la vita dai miti che bloccano l’amore”, sarà seguita nei prossimi giorni da un estratto video sui canali digitali del quotidiano della CEI.

“Quaresima Ado”, a San Vincenzo e San Marcellino preghiera insieme prima della campanella
La proposta degli oratori della città di Cremona per gli studenti: appuntamento ogni mattina alle 7.45 per tutto il tempo quaresimale

Continuano le iniziative quaresimali proposte all’interno della diocesi di Cremona. In preparazione alla Pasqua, gli oratori della città hanno portato avanti l’idea degli scorsi anni, dando il via a “Quaresima Ado”, una proposta per gli adolescenti cremonesi, partita il Mercoledì delle Ceneri, in occasione dell’inizio della Quaresima.

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A Chiesa di casa la voce dei giovani

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Nell’appuntamento di questa settimana, Chiesa di Casa coglie l’occasione dell’imminente Giornata Mondiale dei Giovani per mettere a tema la Pastorale Giovanile. La Giornata Mondiale, per cui il Papa ha proposto il tema “Alzati, ti costituisco testimone di quel che ho visto”, sarà questa domenica, il 21 novembre, solennità di Cristo Re, come voluto dal Santo Padre che ne ha disposto lo spostamento dalla data tradizionale della Domenica delle palme.

Il dialogo, guidato da Riccardo Mancabelli, ha coinvolto don Francesco Fontana, incaricato diocesano per la pastorale giovanile e, insieme a lui, un giovane: Ettore Galimberti, tra i partecipanti all’incontro dei giovani con i vescovi delle diocesi lombarde, tenutosi lo scorso 6 novembre a Milano. Da questa esperienza ha riportato il desiderio comune, fra vescovi e ragazzi, di stare in ascolto. Desiderio fortemente sottolineato dal Papa, anche tramite l’istituzione del Sinodo per i giovani che si è svolto nel 2018, pochi mesi dopo la chiusura di quello Diocesano, sempre dedicato ai giovani: «Un sinodo per imparare la sinodalitá» come lo ha definito don Fontana.

I giovani, secondo l’incaricato diocesano di Pastorale Giovanile e direttore della Federazione Oratori Cremonesi, non hanno mai smesso di implicarsi nella realtà dell’oratorio, neanche durante la pandemia, quando le strutture erano chiuse, ma l’attività di volontariato contava sempre più protagonisti  fra i ragazzi. Come ha raccontato Ettore, i giovani non hanno il problema di scontrarsi con un disinteresse altrui, oppure con un allontanamento, anzi hanno la libertà di «porre domande» e a suscitare in loro un’appartenenza forte. Più che un discorso, è «un esempio» quello con cui le nuove generazioni, affacciandosi all’età adulta, chiedono di misurare la propria vita.

A tal proposito, ci si è domandati se l’oratorio sia strumento pertinente ed efficace non solo nel indicare esempi di «vita buona», come dice don Fontana, ma anche nel porsi in ascolto. Per don Fontana, la risposta è decisamente affermativa: l’oratorio ha sempre bisogno di  «adeguare iniziative e strutture», ma allo stesso tempo, continua ad essere una realtà importante perché «è fatto di relazioni, incontri. E questo è, da sempre, l’unico modo che i cristiani hanno di annunciare il Vangelo».

Giovani, ancora aperte le iscrizioni per gli esercizi di Quaresima a Tignale
La proposta della Federazione Oratori per il weekend dall'11 al 13 marzo. Iscrizioni aperte fino al 28 febbraio

La Federazione Oratori Cremonesi propone a tutti i giovani della Diocesi gli esercizi spirituali di Quaresima nella splendida cornice dell’Eremo di Montecastello a Tignale. Il viaggio è autonomo con arrivo previsto per le 19.00 di venerdì 11 marzo (o comunque entro le 21) e conclusione nel pomeriggio di domenica 13 marzo.

Le giornate saranno scandite da momenti di ascolto del Vangelo. Si vivranno anche momenti di silenzio e preghiera personale e comunitaria con la celebrazione dell’Eucaristia. A guidare le riflessioni sarà il gesuita padre Guido Ruta, che introdurrà alla preghiera sulla Parola di Dio a partire dagli insegnamenti di Sant’Ignazio di Loyola, “l’inventore” degli Esercizi Spirituali.

Costo della pensione completa: € 95,00. Ciascuno avrà la sua camera singola: occorre portare le lenzuola o il sacco a pelo, il necessario per l’igiene personale. Sarà utile anche la Bibbia e un quaderno per gli appunti. Il resto è fornito dall’Eremo.

Iscrizioni entro il 28 febbraio e fino ad esaurimento posti disponibili. Per la partecipazione è necessario il green pass rafforzato.

 

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