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Sono arrivati a Cremona i giovani di Salvador de Bahia. L’accoglienza nelle famiglie prima della Gmg

Lunedì 24 luglio, poco dopo le ore 19.30 sono arrivati a Cremona dal Brasile i ragazzi della favela di Salvador de Bahia, accompagnati dal loro parroco don Davide Ferretti. Insieme ai ragazzi della diocesi di Cremona parteciperanno alla Giornata mondiale della Gioventù a Lisbona. Continue reading »

Cremona accoglie i giovani di Bahia tra arte, preghiera e la visita in Comune

 

Nella mattinata di giovedì 26 luglio i ragazzi di Salvador de Bahia giunto in Italia per unirsi al gruppo diocesano in partenza per la Gmg di Lisbona, hanno visitato Cremona, accompagnati da don Davide Ferretti, don Umberto Zanaboni, don Andrea Lamperti Tornaghi insieme ad alcune delle famiglie che li stanno ospitando in questa settimana. Continue reading »

Da Milano a Caravaggio: giornata intensa di scoperta e di preghiera per i giovani brasiliani

Qui la photogallery completa della giornata

 

Venerdì 28 luglio, a due giorni dalla conclusione della settimana trascorsa in Italia prima della partenza per la GMG Lisbona,  i ragazzi e le ragazze di Salvador de Bahia hanno vissuto un’altra giornata ricca di emozione con il viaggio a Milano, accompagnati dal vescovo Antonio per incontrare l’arcivescovo Mario Delpini.

Arrivati al palazzo arcivescovile, il gruppo è stato accolto con un piccolo rinfresco seguito dall’incontro con Mons. Delpini.

«Il pellegrinaggio a Lisbona, che farò anche io, ci aiuterà a cercare le ragioni per cantare il Magnificat, avere cioè la fede di Maria per riconoscere l’opera di Dio nel mondo. Vi auguro di portare questo canto nella vostra parrocchia per poter attirare nuovi giovani e poter cambiare la Storia». Queste sono state alcune delle parole che l’arcivescovo del capoluogo lombardo ha rivolto ai ragazzi, attenti e interessati. Numerose infatti sono state le domande poste dai brasiliani, curiosi di conoscere le mansioni e le difficoltà che si incontrano ad amministrare una diocesi così grande e di sapere come l’arcivescovo abbia vissuto le passate GMG e cosa si aspetta dalla prossima.

Dopo questo importante incontro, il gruppo ha potuto visitare il Duomo con la guida di don Virginio Pontiggia dell’Archivio Diocesano, e padre Marco Bennato, missionario del Pime in Brasile, che ha tradotto per loro.

Don Virgilio ha affascinato i ragazzi con la spiegazione di alcune curiosità del duomo, come il Rito della Nivola in occasione della ricorrenza dell’Esaltazione della Santa Croce e l’antica funzione della meridiana posta all’ingresso della cattedrale.

Dopo il pranzo, consumato insieme a don Maurizio Zago, direttore del centro missionario milanese e a don Marco Bennato presso la parrocchia personale dei Migranti “S. Stefano Maggiore”, i giovani sono partiti alla volta del santuario di Santa Maria del Fonte di Caravaggio.

 

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Lì, accolti dalle suore Adoratrici, il vescovo Antonio, don Davide Ferretti e don Umberto Zanaboni hanno celebrato la messa in portoghese nella cappella San Giovanni Paolo II del centro di spiritualità.

Durante la sua omelia, il vescovo Antonio ha parlato di come sia importante osservare l’opera di Dio e custodirla: «Dobbiamo stupirci, perché Dio compare il mille modi: nella bellezza del creato, nella Storia della Chiesa, attraverso le persone che siamo e che incontriamo. Oggi abbiamo incontrato tante persone che facevano le cose più svariate. Per non cedere alla tentazione di giudicare, possiamo scrivere i Dieci Comandamenti in un altro modo: non basta dire non uccidere o non rubare, perché c’è chi uccide e chi ruba. Ma dobbiamo sentire nel nostro cuore le parole positive di Dio come famiglia, occhi, corpo, bellezza. Tutto questo non ci è dato perché noi lo possediamo, ma perché attraverso di esso noi possiamo ricordare e portare nel cuore ciò che il Signore ci dice».

Suor Paola Rizzi ha poi accompagnato il gruppo attraverso la storia del Santuario, raccontando l’apparizione, mostrando loro il Sacro Fonte, il Sacro Speco e la cupola: «Maria scende sulla terra e viene a prendere anche il più piccolo di noi, anche il peccatore più grande, per portarlo in Paradiso con lei. Lei è l’immagine della Carità e non ci può essere fede senza la carità».

Le giovani e i giovani brasiliani hanno vissuto un momento di profonda spiritualità con una preghiera alla Madonna e intonando spontaneamente un canto mariano tradizionale brasiliano.

Dopo un gelato e un momento conviviale, il gruppo è tornato dalle famiglie ospitanti.

La giornata di sabato sarà dedicata alla visita al museo del violino offerta dal sindaco di Cremona Umberto Galimberti e allo svago, in attesa di domenica, giorno della partenza per la GMG di Lisbona.

 

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Giornata a Roma per i giovani di Bahia, tra le meraviglie della città eterna e incontri speciali

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Per un avvento di pace: sui social diocesani in cammino verso il Natale con cinque testimoni di pace
Omobono, Mazzolari, Barosi e Zanardi, il vescovo Cazzani e suor Dulce di Salvador de Bahia accompagneranno il cammino con alcune frasi con il commento dei sacerdoti cremonesi che ne hanno studiato la vita e il messaggio

«Per un Avvento di pace» è il titolo dell’iniziativa social promossa sui canali social della Diocesi (Facebook e Instagram) in preparazione al Natale. Un itinerario che sarà accompagnato da alcune figure significative per la Chiesa cremonese e che nella propria vita sono state a fianco degli ultimi, a contatto con povertà e violenze, nel contesti anche da conflitti e guerre.

Ogni giorno, dal lunedì al venerdì, sarà proposta una loro frase che sarà approfondita nelle brevi riflessioni proposte in voce da alcuni sacerdoti cremonesi.

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Tra i costruttori di pace c’è anzitutto il patrono della città e della diocesi di Cremona, Omobono Tucenghi, padre dei poveri e pacificatore nelle turbolente vicende della Cremona comunale del XII secolo, divisa anche religiosamente dalle correnti ereticali. Ad aiutare la riflessione sarà il liturgista don Daniele Piazzi.

Altro protagonista sarà l’arcivescovo Giovanni Cazzani, di cui quest’anno si è ricordato il 70° della morte e per il quale è in corso il processo di beatificazione. Fu vescovo di Cremona dal 1914 al 1952, nel difficile contesto delle due guerre mondiali. A sviluppare il suo pensiero sarà il vicerettore del Seminario di Cremona, don Francesco Cortellini.

Altro testimone di pace sarà don Primo Mazzolari che, dopo l’esperienza di cappellano militare nella prima guerra mondiale, per le proprie idee dovette vivere nella clandestinità durante il regime fascista. Ad aiutare ad approfondire il pensiero del parroco di Bozzolo sarà don Umberto Zanaboni, vicepostulatore della sua causa di beatificazione.

Il percorso proporrà anche le figure di mons. Antonio Barosi, amministratore apostolico di Kaifeng e originario di Solarolo Rainerio, e del soncinese padre Mario Zanardi (missionario del Pontificio istituto missioni estere), che con altri due religiosi nel 1941, negli anni dell’invasione giapponese della Cina, furono uccisi a Dingcun, nella provincia di Henan. Di loro parlerà don Mario Binotto, sacerdote cremonese che nel 2011 si è recato sul luogo del martirio recuperandone le reliquie.

Ulteriori spunti di riflessioni arriveranno da oltreoceano grazie alla figura di Irmã Dulce (suor Dulce) religiosa di Salvador de Bahia che tanto si spese nell’assistenza ai poveri e ai bisognosi. A presentare la figura di questa santa (innalzata alla gloria degli altari da Papa Francesco nel 2019) sarà don Davide Ferretti, sacerdote cremonese fidei donum in Brasile, dove è parroco proprio a Salvador de Bahia.

Veglia missionaria. Le “vite che parlano” sono chiamata ad essere missione

«Non abbiate paura della bontà, e neanche della tenerezza». Le parole di papa Francesco fanno da cornice alla Veglia Diocesana per la giornata missionaria mondiale che si è celebrata al Seminario Vescovile di Cremona, nella serata di sabato 22 ottobre: un momento di preghiera e testimonianza, ma anche di impegno e di richiamo a vivere nel concreto l’identità missionaria, vocazione essenziale per ogni comunità cristiana. 

Il canto del coro formato da musicisti e cantori provenienti da più parrocchie ha annunciato l’inizio dell’incontro, e dopo un primo momento di preghiera seguito dal silenzio, la sala si è riempita con le parole delle “vite che parlano”, ascoltando le testimonianze di chi ha vissuto profondamente l’impegno missionario. Prima fra tutti madre Teresa di Calcutta, seguita da papa Fancesco, don Lorenzo Milani e molti altri ancora. 

A prendere la parola quindi è stata la missionaria cremonese Gloria Manfredini, da poco rientrata da un anno di servizio presso la parrocchia missionaria di Salvador de Bahia in Brasile, dove ha collaborato con il sacerdote fidei donum don Davide Ferretti in prima linea nell’aiuto e nella disponibilità: «Quando il tuo occhio inizia ad abituarsi al buio, è proprio in quel momento che anche una piccola scintilla sembra essere la più luminosa» riflette Gloria. «A Salvador il buio non manca, così come non mancano quelle scintille, quei momenti di felicità che mi han fatto capire qual è il mio scopo».

Continuando la testimonianza Gloria ha raccontato alcuni momenti indimenticabili della sua esperienza, più significativo fra gli altri quando «visitando le case di Salvador ci siamo imbattuti nella famiglia di una bambina con una grave disabilità, lei vive con tre fratelli e la madre, una vera leonessa che combatte ogni giorni per i suoi diritti. La ragazza passa le giornate in casa, costretta su una sedia a rotelle fra lunghe scale e scalini. È nata così l’idea, dopo aver visto la sua cameretta, così angusta e rovinata, di ricolorarla, renderla a misura di bambina, con disegni e pitture. Si vedeva che la mamma non credeva ai suoi occhi, sarebbe stato qualcosa che avrebbe voluto fare se solo ne avesse avuto il tempo. Un pezzo di un sogno che diventava vero».

È poi intervenuto il vescovo Napolioni «Avevo bisogno di questa serata – ha detto – avevo bisogno di queste parole, queste vite che parlano, questa nostra preghiera semplice, sentita, umile, gioiosa. Queste vite che parlano ci hanno consegnato parole più potenti delle bombe atomiche: pietà, carità, misericordia, educazione, la contemplazione e aggiungerei anche la realtà».

Accompagnate dal coro le preghiere dei fedeli hanno concluso la serata della Veglia Missionaria, fra gli applausi che si sono alzati per il grande e irrinunciabile servizio che i missionari svolgono per tutto il resto del mondo e per la loro missione che continua senza soste e tentennamenti.

 

Don Davide Ferretti da Salvador de Bahia: «Teniamo viva l’attenzione missionaria»

Chiesa di casa, don Zanaboni: «Una Chiesa in uscita è capace di relazioni vere»

Don Davide Ferretti da Salvador de Bahia: «Teniamo viva l’attenzione missionaria»

«La prima cosa è non perdere l’attenzione missionaria. Quando un prete o un giovane parte per la missione all’inizio tutti se lo ricordano, poi passano due o tre mesi la vita va avanti e nessuno se ne ricorda più». Don Davide non alza il tono della voce, le sue labbra disegnano un sorriso bonario. Eppure dalle sue parole trapela come uno strattone alla vocazione missionaria della Chiesa cremonese. Il sacerdote fidei donum, collegato in webcam dalla parrocchia di Gesù Cristo Risorto, interviene nella puntata di questa settimana del Giorno del Signore, che dedica ampio spazio alla Giornata Missionaria. E lo fa ricordando proprio attraverso il volto e la voce di don Davide Ferretti, il legame e l’impegno che la diocesi ha assunto nei confronti della comunità di Salvador de Bahia dove da molti anni ormai operano sacerdoti e missionari cremonesi. Come tenere viva e proficua questa relazione di fratellanza? «Quando un prete o un giovane partono per la missione – riflette don Davide – all’inizio tutti se lo ricordano; poi passano due o tre mesi, la vita va avanti, e nessuno se ne ricorda più. Invece – ribadisce – la primissima cosa sarebbe proprio quella di mantenere una attenzione e una vicinanza cosante a questa parrocchia, a questa realtà e a tutto il mondo missionario». Il primo segno di questa attenzione può e deve arrivare dalla preghiera, continua il fidei donum: «C’era stata l’idea dell’adorazione eucaristica congiunta e diverse parrocchie si erano unite alla nostra nella preghiera. Un segnale bello di vicinanza. Poi certo, c’è anche l’aiuto economico, ma se si riduce tutto a quello non si produce molto. Ci sono cose ben più importanti».

Come ricorda il messaggio del Papa per la Giornata Missionaria 2022 («Sarete miei testimoni») è la testimonianza di uno stile missionario, condivisa anche a un oceano di distanza, a generare legami saldi nella fede. La testimonianza che i missionari danno con la loro vita, ma – come spiega bene don Davide – anche quella che giunge dai fratelli delle parrocchie di missione, come quella di Salvador: «Essere testimoni qui vuol dire cercare di vivere da cristiani la quotidianità anche in una realtà complessa come quella della favela. Vivere da testimoni è un tentare ogni giorno, da quando prepari i tuoi figli per la scuola, o ti prepari per il lavoro, oppure per cercarlo, un lavoro… cerchi di trasmettere con la preghiera e il modo di vivere l’annuncio del Vangelo. A volte questo ha del miracoloso, ma ci sono tante persone, mamme e papà che danno ogni giorno la loro testimonianza; anche a scuola tanti ragazzi testimoniano la loro passione per il Vangelo».

Una passione che i sacerdoti e i laici che dall’Italia partono il Brasile per una vita o un periodo di missione ricevono e condividono con le comunità in cui prestano il loro servizio. In queste settimane don Davide aspetta l’arrivo di don Andrea Perego, prete milanese, che giungerà nella favela grazie alla collaborazione missionaria tra le due diocesi lombarde: «Le esigenze sono tante per una parrocchia di 35mila abitanti – sorride il fidei donum cremonese – e in due si riescono a fare molte cose in più». Soprattutto se accanto a quei due ci sono le comunità sorelle che, dall’Italia, sono capaci di sostenere senza mai dimenticare.

Padre Bongiovanni, il linguaggio dell’amore nell’Africa dei bambini soldato

Fino a che punto può arrivare la crudeltà dell’uomo? Fino a che punto ci si può spingere a ferire un’altra persona? A certe domande è quasi impossibile dare una risposta, ma c’è qualcuno che per tutta la vita ha donato la sua libertà e il suo cuore per difendere e aiutare chi ha sperimentato sulla propria pelle alcune le crudeltà più indicibili. Come padre Vittorio Bongiovanni, missionario saveriano originario di Bozzolo, che all’età di 81 anni non ha ancora smesso di sorridere al pensiero di Gesù, al pensiero di poter essere presente laddove c’è più bisogno della sua presenza. Mercoledì, ospite della parrocchia di Cristo Re, a Cremona, ha raccontato che «in Sierra Leone la lingua ufficiale è l’inglese, ma ci sono ben sedici dialetti da dover imparare per poter comunicare nelle varie tribù.

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Non è certamente facile, ma c’è una lingua che tutti capiscono: quella del volersi bene. Siamo fratelli e sorelle, bisogna iniziare a volerci bene». Il problema principale che affligge la Sierra Leone è «la crudeltà dei ribelli, che si traduce nello sfruttamento dei più piccoli trasformati in soldati. Bambini di terza o quarta elementare costretti a imbracciare un fucile». Morte, disperazione e fede sono i tre elementi che caratterizzano le sua vita nell’emisfero australe. Ma è con nella sua mano un crocifisso, crudelmente privato da braccia e gambe da un soldato ribelle, che ricorda a tutti: «Se vogliamo aiutare qualcuno stiamo aiutando il Signore, e lui è sempre con noi, anche quando non sembra esserci altra speranza».

 

Gmg, da Salvador de Bahia a Lisbona con tappa a Cremona
Nei giorni precedenti l'incontro mondiale dei giovani alcuni giovani brasiliani saranno ospitati in diocesi di Cremona

Nelle parrocchie comincia a diffondersi il clima di attesa ed entusiasmo per la 37a Giornata mondiale della gioventù, che si terrà a livello internazionale dal 1° al 6 agosto 2023 a Lisbona. Dalla città di Cremona, però, insieme ai ragazzi della diocesi, partiranno anche alcuni giovani brasiliani. Si tratta di una decina di ragazzi della parrocchia di Gesù Cristo Risorto, a Salvador de Bahia, che saranno ospitati da famiglie cremonesi, proprio nella settimana precedente la Gmg, per poi raggiungere Lisbona. Continue reading »

«Il pieno di Spirito Santo»: il mandato ai giovani che si preparano ad un’estate di missione

 

«Vogliamo fare il pieno di Spirito Santo per essere capaci di intenderci al di là delle lingue umane» l’augurio del vescovo Napolioni ai sei giovani che quest’estate partiranno per la missione nella parrocchia di Cristo Risorto di Salvador de Bahia (Brasile) durante l’intimo e raccolto incontro tenutosi nel pomeriggio di domenica 5 giugno presso la chiesa di S. Ambrogio a Cremona.

Insieme al vescovo di Cremona è stato presente anche don Maurizio Ghilardi, incaricato diocesano Pastorale missionaria, il quale accompagnerà i giovani nella missione brasiliana. Prima della preghiera un semplice e aperto momento di condivisione tra mons. Napolioni e i giovani in partenza: Marta Ferrari, Tommaso Grasselli, Sara Di Lauro, Anna Capitano, Alessandra Misani e Davide Chiari.

«Una sincronia perfetta in questa Domenica di Pentecoste: anche i dodici erano riuniti insieme. Se in quel giorno lo Spirito agì in modo straordinario, da quel giorno agisce in maniera ordinaria, costante, capillare, nascosta e infinita nella sua fantasia» ha riflettuto il Vescovo aprendo la sua breve riflessione.

Il commento è quindi proseguito nella riflessione della memoria della Pentecoste: «Vogliamo fare il pieno di Spirito Santo, non per fare a meno di studiare un po’ di portoghese che aiuta, ma per essere capaci di intenderci al di là delle lingue umane, riuscendo a comunicare nello spirito, in ciò che è profondo ed essenziale. Il linguaggio della fede è davvero universale perché da quando il Figlio di Dio si è incarnato è la carne umana il sacramento primordiale».

 

 

«Mi piace che la vostra partenza avvenga in questa grande chiesa vuota senza una grande assemblea che vi applaude o vi manda – ha quindi proseguito mons. Napolioni rivolgendosi ai giovani in partenza allargando l’idea della missionarietà – ma mi piace pensare che quando tornerete sarà bello incontrare una grande assemblea, magari tante piccole assemblee, le vostre comunità. Tornerete alle vostre attività, ma mi auguro che questa esperienza non resti chiusa nel cassetto del cuore».

Infine, l’augurio per la partenza nella speranza che l’esperienza potrà portare ulteriori frutti una volta tornati: «Vi aspetto l’indomani per ascoltare i vostri racconti, le vostre impressioni e per elaborare insieme i passi successivi, mi auguro che questa esperienza non vi lasci indifferenti e ci aiuti ad essere la Chiesa di Pentecoste sempre».

Prima della benedizione finale sono stati consegnati ai giovani dei quadernini come segno del mandato ricevuto.

Una missione che non è improvvisata: infatti nel frattempo, don Davide Ferretti, Marco Allegri e Gloria Manfredini, già attivi da tempo a Salvador de Bahia, hanno già steso un ricco programma per questi giovani, pronti a mettere in luce la loro intraprendenza e la loro dedizione.