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Author: RAM

Con la Borsa di S. Omobono un aiuto a costruirsi un futuro

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Risposta ai bisogni delle persone più fragili e progettualità. Sono questi gli obiettivi dichiarati del progetto “Borsa di S. Omobono”, il fondo di solidarietà sostenuto con la “Quaresima di carità” promossa in diocesi. A presentare l’iniziativa nella nuova puntata di “Chiesa di Casa”, il talk di approfondimento pastorale, è stato Alessio Antonioli, coordinatore dei centri di ascolto della Caritas cremonese, che ha ricordato come la “Borsa di S. Omobono” sia «uno strumento prezioso per rispondere ai bisogni delle persone che abitano il nostro territorio, qualsiasi essi siano».

Il legame con la comunità risulta dunque evidente. A sottolinearlo, la presenza di Paola Azzoni, volontaria Caritas nell’unità pastorale “Don Primo Mazzolari” di Cremona, formate dalle parrocchie di Sant’Ambrogio, Cambonino, Boschetto e Migliaro. «Le necessità che riscontriamo in parrocchia sono molte e diverse tra loro. C’è chi ha bisogno di sostegno economico per pagare l’affitto, o le utenze. Un problema, però, che sempre più spesso riscontriamo è quello della solitudine».

In questo senso la parola chiave per la quaresima di carità del 2023 sembra essere “attenzione”. «Dovrebbe essere questo lo stile del cristiano — ha sottolineato Paola Azzoni — cioè capace di cogliere i bisogni dei fratelli prima ancora che siano esplicitati».

Gli stessi centri di ascolto della Caritas sono uno strumento prezioso per sviluppare uno sguardo attento e pronto ad accogliere ed accompagnare. «Grazie al contributo prezioso dei cremonesi — ha spiegato Antonioli — dal 2020 ad oggi la “Borsa di S. Omobono” ha aiutato moltissime sorelle e fratelli in difficoltà, soddisfacendo i loro bisogni primari, ma anche aiutandoli a costruirsi un futuro». Nato in pieno periodo pandemico, infatti, il progetto ha sostenuto famiglie, ragazzi e anziani provati dalla sofferenza, dal dolore e dalla crisi, dando loro nuova vita e speranza.

Le sollecitazioni offerte da Alessio Antonioli e Paola Azzoni sono state dunque molte, tutte rivolte alla costruzione di uno stile caritativo. «La continuità è fondamentale — secondo la volontaria cremonese — perché il progetto possa proseguire. E questo compita spetta innanzitutto a ciascuno di noi, nella propria comunità di appartenenza».

Preghiera, penitenza e carità. Sono le dimensioni della vita cristiani su cui si è particolarmente invitati a riflettere durante la quaresima. «Sono attenzioni che mi sembrano molto legate tra loro — ha concluso Antonioli — perché dicono di una disponibilità a stare vicini, ad accogliere e prendersi cura del prossimo».

Il 2 aprile ritiro spirituale in preparazione alla Pasqua navigando sul Po

Domenica delle Palme, 2 aprile, in preparazione alla Pasqua, la Sottosezione cremonese dell’Unitalsi organizza un ritiro spirituale aperto a tutti. Il ritiro, condotto dall’assistente dell’associazione don Maurizio Lucini, si svolgerà navigando sul Po. Inizierà nel pomeriggio, alle 15.30, con imbarco dal pontile di Isola Serafini e terminerà verso le 18. Continue reading »

Rsa sul territorio, capaci di cura oltre lo scoglio della solitudine. Convegno Uneba all’Università Cattolica con il responsabile dell’ufficio nazionale Cei di Pastorale della Salute

«Le rsa incontrano il territorio». È questo il tema del convegno promosso dalla sezione cremonese dell’Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale (Uneba) e ospitato nella mattina di venerdì presso l’aula magna del campus Santa Monica, dell’Università cattolica del Sacro Cuore, a Cremona.

Un’iniziativa che ha posto l’accento sulla situazione attuale delle strutture assistenziali, nel rapporto con il territorio e in relazione con i recenti eventi – dalla pandemia all’impatto del caro-energia – che hanno messo in difficoltà il settore sanitario e di previdenza sociale.

 

A margine dell’incontro don Massimo Angelelli, responsabile della Conferenza episcopale italiana per la Pastorale della Salute, ha sottolineato i punti critici del momento attuale, ma anche la centralità del ruolo delle strutture sanitarie territoriali per la cura verso le persone fragili, prendendo anche spunto dai documenti ecclesiali recentemente pubblicati.

Ci troviamo in una situazione difficile. Come mai? È solo la pandemia ad aver influenzato l’ambito delle strutture assistenziali o c’è altro?

«La situazione è estremamente complessa ed è il prodotto della convergenza tra più fattori. Il primo problema riguarda l’aumento dei posti, che va sicuramente a intaccare l’equilibrio all’interno delle rsa e delle strutture in generale. Poi si è presentato anche il problema della carenza di personale. Su questa situazione ha sicuramente influito la pandemia del coronavirus, che ci ha fatti trovare impreparati di fronte a una situazione impensabile. Queste strutture sono fondamentali nelle nostre comunità, quindi dobbiamo assolutamente trovare le forze e le risorse per continuare a sostenerle».

In un periodo delicato come questo, quali sono le sfide da affrontare, anche e soprattutto come comunità cristiana?

«La grande sfida del cristiano nasce dal Vangelo, incarna il comandamento dell’amore. “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Ma questo amore non deve essere solo una citazione, ma deve diventare pratico, concreto. Un concetto che si sviluppa anche nella Parabola del buon samaritano».

E come fare per concretizzare questo amore?

«Il tema della solidarietà è estremamente trasversale. Non si basa sull’operato di alcuni, ma sull’operato di tutti. Negli ambiti della sanità e dell’assistenza agli anziani e ai malati, ormai non basta più un’ora di assistenza domestica. C’è sempre più bisogno di donne e uomini che si prendano a carico queste persone e i loro bisogni».

In molte strutture la Chiesa Cattolica è presente, sia a livello gestionale sia con l’impegno di operatori, associazioni, volontari, sacerdoti. Dove trovare la motivazione profonda di questo impegno?

«In merito alla questione, è interessante andare a scavare nel messaggio del Papa per la Giornata del Malato («Abbi cura di lui». La compassione come esercizio sinodale di guarigione) e nei messaggi per la Festa dei nonni e degli anziani. Le parole del Santo Padre hanno tracciato una chiara linea per il nostro ministero. Un ministero che invita certamente alla vicinanza e alla cura, ma una cura che vada oltre alla cura sanitaria, che vada oltre la terapia: c’è bisogno di superare lo scoglio della solitudine. La comunità cristiana è chiamata a questo compito, è chiamata a occuparsi della cura spirituale, della cura della relazione, delle persone».

Ma chi dobbiamo curare? Solo i malati o parlare di “altro” deve abituarci ad allargare lo sguardo?

«Dobbiamo sicuramente curare le persone vulnerabili, ma non solo. Attorno a lui ci sta la cerchia famigliare e parentale. Escluderli, in questo periodo, ha sicuramente danneggiato il paziente, ma ha anche umiliato i parenti. Il terzo destinatario è il sistema dei curanti, che in questo momento forse sono i più bisognosi di cura. C’è un livello di stanchezza e frustrazione nel personale assistenziale e sanitario che ormai supera il livello di burnout».

 

A sottolineare la delicata situazione delle strutture di cura sono stati anche gli altri interventi che hanno caratterizzato il convegno introdotto da don Roberto Rota, referente Unieba per la diocesi di Cremona.

In particolare presidente di Uneba Lombardia, Luca Degani, intervenuto durante il convegno di venerdì mattina anche , però, per sottolineare la delicatezza del passaggio storico per una parte così importante nel sistema di welfare: «Questo è uno dei momenti più complessi, perché non c’è abbastanza coscienza di quanto le realtà fondative, presenti sul territorio da secoli, oggi rischiano di non essere considerate come meritano nei tanti percorsi di riforma in atto».

«La tutela fiscale delle onlus e delle realtà che si occupano dell’assistenza agli anziani – ha aggiunto – e ai malati forse oggi non è più sufficientemente garantita e noi siamo davanti a un percorso di riforma che rischia di avere un effetto fiscale deteriore rispetto a quella che è la situazione attuale – ha concluso Degani –. Ci si riempie la bocca di “terzo settore”, ma in realtà la situazione sta peggiorando».

 

Virgilio Galli, presidente della «Fondazione Villa S. Cuore coniugi Preyer» di Casalmorano, e Antonio Sebastiano, direttore dell’osservatorio «Rsa Business school Liuc» di Castellanza, che hanno approfondito la situazione attuale delle strutture sanitarie, sia sul territorio diocesano che su larga scala.

«Negli ultimi tre anni abbiamo affrontato tre diversi problemi – ha spiegato Virgilio Galli –: la pandemia, nel 2020, la mancanza di risorse umane, nel 2021, e la questione del rincaro del costo dell’energia, nel 2022». Problemi, dunque, non solo di natura economica, ma anche umana e di gestione, con l’urgente necessità di tornare il prima possibile alla normalità, di ritrovare le condizioni ottimali per la vita nelle rsa.

«Le case di riposo sono un patrimonio del nostro territorio, nate grazie alla generosità dei cremonesi – ha concluso Galli –. L’auspicio è quello che tornino a operare in tranquillità e con efficienza e, perché no, con costi contenuti. Chiediamo attenzione alle rsa perché il loro valore non venga intaccato».

Come fatto, nel suo approfondimento sul territorio, da Virgilio Galli, la questione delle rsa è stata analizzata anche da Antonio Sebastiano, che ha così spiegato: «Tutte le strutture, soprattutto le rsa, sono risorse fondamentali ovunque, per il target che prendono in carico». Resta tuttavia la presa d’atto che le condizioni in cui operano, soprattutto nel periodo post-Covid, sono difficili. A sottolinearlo è Sebastiano che critica la «dialettica che oggi contrappone le cure domiciliari a quelle residenziali si è sviluppata nel post-Covid. Una contrapposizione sbagliata perché prosegue – i dati mostrano come le rsa che si facciano carico degli anziani più fragili della società, con situazioni di salute che non sarebbero gestibili a domicilio». Ecco perché – conclude – «non si parla più di strutture mono-servizio, ma di enti che «abbracciano altri servizi sul territorio, tra cui anche la domiciliarità» per una cura integrale delle persone più fragili.

 

 

Il 25 marzo alle 15 nella Cattedrale di Cremona l’ordinazione episcopale di mons. Enrico Trevisi
Il vescovo Napolioni nel messaggio indirizzato alla Diocesi: «Raccomando la partecipazione di tutti i sacerdoti, diaconi, dei consacrati/e e del nostro popolo credente alla liturgia di ordinazione e, per quanto possibile, anche all’ingresso del nuovo vescovo a Trieste, domenica 23 aprile»

Carissimi fratelli e sorelle della Chiesa cremonese,

lo scorso 2 febbraio, la festa della Presentazione del Signore ci ha portato una gioiosa notizia: la scelta di Papa Francesco di nominare il nostro don Enrico Trevisi vescovo di Trieste. Il prossimo 25 marzo, solennità dell’Annunciazione del Signore, vivremo nella nostra cattedrale la grazia della sua ordinazione episcopale. Davvero i misteri della vita di Cristo sono la potente filigrana del nostro cammino di vita, personale ed ecclesiale. Continue reading »

La acque del Po e del mare di Trieste; acque anche mosse, come in questi tempi. In cielo la stella, Maria stella del mare, che guida e orienta verso il porto sicuro. E poi due spade spezzate e tre spighe di grano, segno del frutto della terra e del lavoro dell’uomo che diventa Eucarestia. Sono questi alcuni degli elementi nello stemma di mons. Enrico Trevisi, eletto vescovo di Trieste, dove farà il proprio ingresso il prossimo 23 aprile, dopo l’ordinazione episcopale del 25 marzo nella Cattedrale di Cremona. Continue reading »

Unità pastorale “Mons. Antonio Barosi”, don Zanaboni nominato amministratore parrocchiale
Prende il testimone da don Pallavicini, diventato collaboratore parrocchiale dell'Unità pastorale “Madonna della Neve”

La Cancelleria vescovile comunica che in data 7 febbraio 2023 il vescovo Antonio Napolioni ha nominato don Diego Pallavicini, attuale parroco dell’Unità pastorale “Mons. Antonio Barosi”, collaboratore parrocchiale dell’Unità pastorale “Madonna della Neve”, formata dalle Parrocchie di “S. Giacomo apostolo” in Bordolano, “S. Materno” in Cignone e “Ss. Filippo e Giacomo apostoli” in Corte de’ Cortesi. Nello stesso tempo ha nominato don Umberto Zanaboni, attuale collaboratore parrocchiale festivo nella parrocchia di San Sebastiano a Cremona, amministratore parrocchiale dell’Unità pastorale “Mons. Antonio Barosi”, formata dalle parrocchie di “Ss. Abdon e Sennen” in Casteldidone, “S. Giovanni Battista” in San Giovanni in Croce (in foto), “S. Lorenzo martire” in San Lorenzo Aroldo, “S. Stefano protomartire” in Solarolo Rainerio, “S. Michele” in Voltido. A seguito dell’avvicendamento, nella serata di martedì 14 febbraio, il vescovo Napolioni incontrerà il Consiglio pastorale dell’unità pastorale “Mons. Antonio Barosi”. Continue reading »

Messa nella Giornata del Malato: «Nel “fare bene il bene” la risposta al mistero del dolore»

Qui la fotogallery completa

Sono stati dame e barellieri in divisa Unitalsi, insieme agli operatori della rsa ad accogliere nell’atrio della casa di riposo Zucchi Falcina di Soresina anziani e ammalati che dai reparti hanno raggiunto la sala dove si è svolta nella mattinata di sabato 11 febbraio la Messa della Giornata Mondiale del Malato, presieduta dal Vescovo Antonio Napolioni, dedicata a ospiti, famigliari e operatori che hanno occupato anche i posti oltre la soglia.

Dopo il messaggio di accoglienza rivolto dal direttore generale della struttura Donato Francesco Sigurtà e da Massimo Bariani, amministratore delegato del gruppo Gheron che dal 2014 gestisce la struttura soresinese, monsignor Napolioni ha salutato e ringraziato il parroco don Angelo Piccinelli, all’incaricato diocesano per la pastorale della Salute don Maurizio Lucini e ai volontari dell’Unitalsi che come ogni anno danno il loro contributo nell’organizzazione e nel servizio.

L’invito a stare «tutti seduti sempre» durante la Messa «in modo da non coprire la vista dell’altare a chi non può alzarsi» ha aperto la celebrazione. «Maria a Lourdes – ha quindi ricordato il Vescovo richiamando la memoria delle apparizioni – ­­ ha dato segno di speranza al mondo, non tanto a chi cerca la guarigione del corpo, ma la pace del cuore, la fiducia, la forza per lottare. Maria è qui».

L’immagine della grotta di Lourdes segno della speranza e della cura che nei momenti della fatica e del dolore scaturisce nella fraternità degli uomini, ha accompagnato la celebrazione, tornando anche nella riflessione che il vescovo ha proposto nella sua omelia.

«Perché questo dolore? Perché tanto dolore?». Dalla «domanda più difficile» inizia questa ricerca che riguarda tutta l’umanità, in molte forme diverse: «Non solo quando il corpo si ammala, ma anche quando vediamo la violenza che si scatena contro innocenti e bambini, quando nelle case o negli ospedali si rimane soli, alle prese con la fatica di vivere».

Napolioni, citando la riposta di Papa Francesco alla domanda sul dolore degli innocenti, riconosce che c’è un dolore che non ha risposta, ci sono situazioni «che sfidano anche la nostra perseveranza nella fede».

Ma – ha poi aggiunto commentando le Scrittura del giorno – «il dolore può non avere l’ultima parola. Cristo introduce una energia più grande di tutti i mali del mondo».

Un’energia che nasce dalla compassione che induce Gesù a moltiplicare pani e pesci, la stessa che ci fa accogliere le vite più fragili nelle nostre famiglie e nelle «locande» del nostro tempo: «Dopo duemila anni, la storia della compassione dei credenti per le membra più fragili dell’umanità ha portato tanti frutti – ha osservato – Quante strutture, quante associazioni, quanti medici e infermieri sono dei santi, i santi della porta accanto che invochiamo nel dolore e che con un sorriso, oltre ad acqua e medicine, rendono il dolore più sopportabile».

«Ricordiamoci – ha quindi concluso la sua riflessione monsignor Napolioni – che non è buona o cattiva sorte che ci fa malati o sani, ma è la fragilità della condizione umana, in cui però può fiorire il senso profondo della vita: volerci bene. Far bene il bene fa bene a chi riceve cure, ma fa bene anche a chi le offre. Dio ci aiuta a sopportare la fatica della vita e la riapre continuamente a una bellezza che nemmeno immaginiamo».

Prima della conclusione della Messa il vescovo, ha ricordato le apparizioni a Bernadette con l’omaggio e la preghiera ai piedi della statua della Nostra Signora di Lourdes.

Al termine della celebrazione i dirigenti della Zucchi Falcina hanno accompagnato monsignor Napolioni nella visita ai reparti e al nucleo Alzheimer per un saluto affettuoso agli ospiti e allo staff impegnato nell’assistenza al pranzo. Un pranzo reso speciale dalla presenza del gradito ospite, ma preparato con la stessa cura di sempre ai bisogni di ogni giorno.​​​​​​​

 

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Giornata del Malato: con lo stile della cura ci riconosciamo creature

In preghiera per la pace: «Noi vogliamo ribellarci alla follia della guerra»

«Pensare che l’umanità periodicamente riscopre la guerra come tentativo di soluzione alle proprie difficoltà è una follia. E noi vogliamo ribellarci a questa follia, credendo nella forza della preghiera, nella fraternità, nella fede, soprattutto quando la guerra come in questo caso è tra figli della stessa madre di Dio». È con queste parole che il vescovo Antonio Napolioni ha aperto il suo saluto a quanti, nel pomeriggio di domenica 19 febbraio, nella cripta della Cattedrale di Cremona, si sono riuniti in preghiera per la pace. Continue reading »

La Quaresima ci porta ancora una volta verso l’annuncio pasquale e verso quella primavera che dopo più di un anno promette una ritrovata serenità. A servizio di questo grande respiro ecco alcuni piccoli strumenti che bussano alla porta del quotidiano per famiglie, ragazzi, giovanissimi e giovani. Trovate di seguito la presentazione analitica delle quattro proposte.

Scarica il pieghevole di presentazione dei cammini di Quaresima

Famiglie – A tavola con Gesù

Un box da costruire insieme dove riporre un libretto e due cubi: uno per la preghiera prima di mangiare e un cubo salvadanaio per raccogliere i piccoli gesti di carità di tutta la famiglia. Il libretto offre uno spunto di riflessione e preghiera quotidiana da recitare insieme e alla domenica si scopriranno alcuni episodi della vita di Gesù raccontati da Marta, sua grande amica.

In chiesa si potranno ritirare le preghiere da recitare prima dei pasti. Ogni parrocchia può provvedere autonomamente alla stampa delle preghiere domenicali attraverso un file che sarà a breve messo a disposizione.

Ragazzi della Mistagogia – A te la parola

Per i ragazzi proponiamo ogni giorno di ascoltare un brano della Parola di Dio, un versetto del Vangelo della domenica. A volte però non è tanto facile e per questo si trova qualche suggerimento che può essere d’aiuto, seguendo i momenti dettati da quattro “A”: Aspettare, Ascoltare, Accogliere, Amare.

Una piccola croce li accompagnerà in questo cammino, con qualche gesto simbolico fino alla Pasqua del Signore e un salvadanaio ricorderà il valore della carità.

Salvadanaio

Educare alla carità e alla rinuncia al superfluo, per scoprire che il nostro rapporto con il Signore vale molto di più delle cose che abbiamo, è quanto mai difficile e indispensabile. Il salvadanaio, offerto insieme ai sussidi delle famiglie e dei ragazzi, è disponibile anche separatamente e può essere molto utile. Si propone a chi lo userà di riportarlo in chiesa il giorno di Pasqua perché si possa fare, con il contributo di tutti, un gesto comunitario di carità.

 

Adolescenti – Voglia di vita vera

L’ormai consolidato profilo di Instagram @voglia_di_vita_vera a breve si aggiornerà e sarà pronto a proporre ogni giorno, a partire dal mercoledì delle ceneri, un’immagine evocativa, una Parola e uno spunto per la riflessione e preghiera personale. Si tratta allora di invitare gli adolescenti interessati a seguire il profilo Instagram @voglia_di_vita_vera .

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Giovani

Ogni settimana un giovane e un prete si mettono in ascolto del vangelo della domenica, una meditazione condivisa che chiede a ciascuno di essere proseguita nella propria quotidianità. I testi saranno gratuitamente scaricabili dal sito focr.it. Verranno resi disponibili in due versioni: il file completo che ciascuno può scaricare una volta sola e tenere nella memoria interna del proprio dispositivo oppure in un file diverso giorno per giorno in modo che si possa inviare via WhatsApp ai giovani la preghiera quotidiana.

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Poster

Serie di tre poster in formato 50×70 cm. Le illustrazioni, di Lucia Cariani, richiamano la casa di Betania con Marta e Maria (Lc 10,38-42), icona biblica che accompagna l’anno pastorale. Dalla tavola imbandita della casa di Marta (quaresima) si passa alla tavola dell’ultima cena di Gesù (triduo Pasquale) e rimanendo nel cenacolo, si arriva all’incontro tra il Risorto e Tommaso (tempo di Pasqua).

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“Pausa… digiuno”: torna l’iniziativa dei venerdì di Quaresima in Cattedrale
Dalle 12.30 alle 14 un'occasione di adorazione e meditazione della Parola accompagnata anche da un gesto di carità

Torna anche quest’anno, dopo l’esordio dell’anno scorso, la “Pausa… digiuno”, iniziativa promossa nei venerdì di Quaresima in Cattedrale che, per tutti i venerdì di marzo, riomarrà aperta in maniera straordinaria la pausa pranzo, con orario continuato, per permettere, a quanti lo vorranno, di vivere un momento di preghiera e riflessione. Dalle 12.30 alle 14 sarà esposto il Santissimo Sacramento per l’adorazione personale e dalle 13.15 sarà anche offerta una meditazione sulla Prima lettura del giorno. La proposta quest’anno è estesa all’intera Zona pastorale 3. Continue reading »