Tag Archives: anno pastorale 2023/24

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«Una vita che accende»: il tema-guida proposto in diocesi per l’anno pastorale in corso ha ispirato l’incontro “Consigli pastorali per un discernimento comunitario”, occasione di riflessione, approfondimento e condivisione tra i moderatori delle Unità pastorali, i parroci e i vicepresidenti dei Consigli pastorali della diocesi. Numerosa la partecipazione, nella mattinata di sabato 2 dicembre in Seminario, alla presenza del vescovo Antonio Napolioni, caratterizzata e animata da un tangibile spirito collaborativo e corresponsabile.

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Venerdì sera alle 20.30 in Cattedrale il card. Matteo Zuppi (presidente Cei) interviene all’assemblea ecclesiale di inizio anno pastorale
Sabato 30 settembre ulteriore appuntamento in Seminario (dalle 9.30) con il Convegno diocesano

Dopo il pellegrinaggio diocesano al Santuario di Caravaggio di domenica 24 settembre (leggi qui), l’intera Chiesa cremonese è chiamata a vivere insieme altri tre momenti di particolare significato ad apertura del anno pastorale, sul tema “Una vita che accende” (leggi qui). Occasioni di Chiesa che intendono offrire uno slancio rinnovato per l’intera comunità nel segno di un’esperienza di comunione cui il Sinodo ha abituato. Continue reading »

Con la fine del mese di settembre la Chiesa cremonese apre ufficialmente l’anno pastorale 2023/24. Lo fa anzitutto con l’annuale pellegrinaggio diocesano al Santuario di Santa Maria del Fonte, a Caravaggio, dallo scorso maggio diventato ufficialmente Santuario regionale della Lombardia, in programma domenica 24 settembre. Sarà come sempre per affidare alla patrona della diocesi il cammino della Chiesa cremonese all’inizio del nuovo anno.

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Inizia nella «casa di Mamma» il cammino della Chiesa cremonese nel nuovo anno pastorale con Maria

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“Santa Maria, Madre di Dio e dell’umanità, siamo qui da te, fonte di ogni grazia, per invocarti all’inizio di un nuovo cammino”. Inizia con queste parole, pronunciate dal Vescovo nella basilica di Santa Maria del Fonte, di fronte all’effigie della Vergine apparsa a Giannetta, la preghiera di affidamento a Maria per la Chiesa di Cremona che – come ogni anno – “si fa pellegrina” al Santuario di Caravaggio all’apertura di un nuovo anno pastorale.

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Domenica sera in Cattedrale l’ordinazione diaconale dei seminaristi Valerio Lazzari e Giuseppe Valerio
La celebrazione, presieduta dal Vescovo, sarà trasmessa in diretta streaming sui canali web e social della Diocesi

L’intensa settimana che in Diocesi segna l’avvio dell’anno pastorale – dopo il pellegrinaggio a Caravaggio del 24 settembre, l’assemblea ecclesiale con il card. Matteo Maria Zuppi la sera del 29 settembre in Cattedrale e il convegno diocesano di sabato 30 in Seminario – si concluderà nella serata di domenica 1° ottobre alle 20.30 in Cattedrale con l’ordinazione diaconale di due giovani del Seminario diocesano: Valerio Lazzari, 28enne di Vicomoscano (in foto a sinistra), e Giuseppe Valerio, 30enne di Spinadesco (in foto a destra). Continue reading »

Don Valerio Lazzari e don Giuseppe Valerio diaconi «nella vigna del Signore»

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Hanno pronunciato il loro «eccomi», nella serata di domenica 1° ottobre in Cattedrale, diventando così diaconi Valerio Lazzari, 28enne di Vicomoscano, e Giuseppe Valerio, 30enne di Spinadesco. Intorno a loro un’assemblea «di comunione missionaria» – come l’ha definita il vescovo Antonio Napolioni – che «sta vivendo giorni di grazia» dopo l’intervento del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, il 29 settembre e il convegno diocesano il 30 settembre. Continue reading »

Assemblea ecclesiale di inizio anno pastorale in Cattedrale, il cardinal Zuppi: «Camminiamo insieme»

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«Come Chiesa camminiamo insieme, pensiamo insieme, nella comunione. Perché non c’è Chiesa senza comunione e non c’è comunione senza l’altro». Le parole del cardinal Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, nella serata di venerdì 29 settembre nella Cattedrale di Cremona hanno tracciato la strada all’anno pastorale che si apre per la Diocesi di Cremona. Continue reading »

Dal Convegno diocesano «una Chiesa sinodale che sappia raccontare il bello che la accende»

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Con le immagini e le parole della serata in Cattedrale ancora negli occhi e nella mente, la comunità della Chiesa cremonese si è riunita nella mattinata di sabato 30 settembre in Seminario per il convegno diocesano con cui, insieme, condividere e approfondire i temi su cui il vescovo Antonio Napolioni, nelle sue Linee pastorali, propone di lavorare nelle parrocchie e nelle comunità. «Per chiederci – ha detto nella sua introduzione richiamando il tema-guida – quale vita accende vita, quale fede condivisa nella comunità genera vita».

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«Ho bisogno di credere». L’intenso monologo di Mattia Cabrini, un discepolo di Emmaus sulle strade della Chiesa di oggi

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L’intervento del cardinale Zuppi, che nella serata di venerdì 29 settembre ha proposto una sua riflessione sulla Chiesa oggi davanti ad una Cattedrale gremita e attenta, (leggi QUI) è stato preparato da un momento di preghiera comunitaria. Un momento aperto da un intenso monologo scritto e interpretato da Mattia Cabrini, regista, attore e collaboratore della Federazione Oratori. Un dialogo immaginato tra uno dei discepoli di Emmaus e l’altro, Cleopa, l’unico di cui si conosce il nome. Un dialogo a una voce che, su quella strada che porta a Emmaus, porta la Chiesa di oggi, con le sue nostalgie, le sue fragilità e le fatiche. E con quell’inesauribile bisogno di credere.

 

Non l’hanno visto capisci?

È sparito come se fosse un fantasma, come se tutto quello che abbiamo vissuto con Lui fosse un’allucinazione.

Mi sembra già un’altra vita, un capitolo chiuso. Come una delle tante parentesi della vita finite in archivio.

Vorrei vederlo ancora una volta, parlarci insieme per essere sicuro che tutto sia successo.

Invece se n’è andato. Mi segui? finito. Una bella festa che adesso è finita. Uno spettacolo su cui si spengono i riflettori e la gente se ne va. E’ finito lo spettacolo ed è finita la gente! ti ricordi quanta gente ci seguiva? folle… moltitudini … eravamo seguiti, eravamo rispettati… la gente ci cercava, ci temeva, ci salutava per strada, ci ascoltava, come era bello contare? eravamo rilevanti! Eravamo PIENI! Pieni di cose da fare, di gente da incontrare! ti ricordi quando avevamo le agende piene di appuntamenti, di incontri, mattina, pomeriggio, sera e ci lamentavamo del troppo lavoro. Come era bello quando ci lamentavamo del troppo.

Avevamo successo! Noi chiamavamo e la gente arrivava! Non avevamo dubbi perché avevamo successo. Quando hai successo non ti vengono dubbi. Te lo ricordi vero quanto eravamo sicuri di noi? noi l’abbiamo visto! Noi siamo testimoni di questo successo! Diciamoci la verità lo abbiamo seguito anche un po’ per questo successo. E’ normale! Chi si mette a seguire un  fallito? nessuno! Facevamo del bene, ti ricordi quanta gente abbiamo liberato? eravamo utili, avevamo successo e facevamo del bene. Cosa abbiamo sbagliato? Certo sarà colpa della società, della politica, di tanti fattori, ma noi? cosa c’entriamo noi? cosa abbiamo sbagliato noi?

Ora che il successo è finito mi viene il dubbio di avere preso un abbaglio. Forse non l’abbiamo mai visto. Forse ci siamo solo illusi. Forse non c’è niente di niente.

La verità: che oggi non interessa più a nessuno. Queste sono paturnie di un discepolo di Emmaus. Puoi credere quello che vuoi. La gente ti rispetta basta che non la disturbi. Sai cosa? Dovremmo sparire anche noi come ha fatto lui. Ci teniamo il nostro culto, ce lo facciamo per noi basta con questa pretesa di universalità ma chi se ne importa di tutti. Stiamo con quelli che ci credono Cleopa. Io, te, quelli che ci stanno. Non ci serve altro. Dobbiamo sparire Cleopa. Rimanere nell’ombra nascosti. Basta folle, basta eventi. Basta fare qualcosina ogni tanto per consolarci. La gente tornerà. Se vorranno siamo qui.  Se ne accorgeranno. Vedrai che la gente cambierà idea.

Vero che cambierà idea Cleopa? Si accorgeranno che hanno sbagliato. Che hanno ammazzato e messo nel sepolcro qualcuno di importante. Non siamo noi ad aver sbagliato Cleopa, sono loro: quelli che l’hanno rinnegato, che l’hanno condannato, che hanno voltato la faccia dall’altra parte, quelli che sono sono stati indifferenti. Loro hanno sbagliato, non noi!  Noi siamo le vittime di tutto questo.

Certo che se almeno lui si facesse vedere allora noi potremmo avere una ragione in più di reagire. Dobbiamo reagire? dobbiamo farci sentire Cleopa! Dovremmo lottare, avremmo dovuto difenderlo, avremmo dovuto tirare fuori le armi farci ammazzare come ha fatto lui. Per amore. Si certo tutto per amore.

Per amore dobbiamo abbassare la testa.

Per amore dobbiamo alzare la testa.

Per amore a me gira la testa.

L’amore non può essere una cosa che fa male.

Lui lo diceva sempre.

Temo che abbiamo perso.

Abbiamo perso tempo, abbiamo perso qualcuno che ci faccia sentire dalla parte giusta. Perché io non lo so più qual’è la parte giusta capisci. Qui si tratta di affrontare la crisi climatica, demografica, sociale, economica, Ucraina, della genitorialità, bancaria, politica, del Niger, della fede, …che con tutte queste crisi mi viene il mal di crisi, mi viene da vomitare tutte le crisi che ho mangiato e vorrei solo un po di pace.

L’unica cosa vera è non so niente…

Anzi una cosa la so: so che adesso avrei bisogno di vederlo e dirgli che ho bisogno oggi di più di prima di credere in Lui.

Ho bisogno di credere  che la vita di due ragazze che fanno musica a Zaporhia non finisca sotto una bomba e che l’ideologia non possa prendere il sopravvento sull’idea.

Ho bisogno di credere che in fondo al Mediterraneo ci sia qualcuno che li abbracci quando noi non riusciamo a salvarli.

Ho bisogno di credere che il milione e mezzo di giovani a Lisbona non sia solo uno slogan.

Ho bisogno di credere che oggi si possa avere figli e progetti se si ha il coraggio di sognarli.

Ho bisogno di credere che anche se tutte le generazioni precedenti ci hanno lasciato un pianeta pieno di gas possiamo fare qualcosa per migliorarlo e rendere migliore la vita di chi verra dopo di noi

Ho bisogno di credere che la vita abbia sempre una dignità e che invecchiare non sia una maledizione.

Ho bisogno di credere che esistano gli adulti altrimenti essere giovani è una tortura

Ho fede nelle mie e nostre mani, nelle nostre scarpe e nelle nostre teste.

Che la fatica venga ripagata e il dolore curato.

Ho fede nelle cose che mi aspettano domani e ho bisogno di credere che ti rivedrò.

 

Assemblea ecclesiale di inizio anno pastorale in Cattedrale, il cardinal Zuppi: «Camminiamo insieme»

Il vescovo risponde a “Chiesa di Casa”: «Nelle vostre domande una strada da percorrere con tutta la comunità»

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Nella sua definizione, la parola «dialogo» indica un discorso, un colloquio fra due o più persone che abbia come finalità la ricerca di un punto di intesa, di un incontro anche partendo da visioni o posizioni differenti. Così inteso, ingrediente essenziale delle relazioni, il dialogo è indicato come una componente fondamentale anche per il percorso del nuovo anno pastorale nella diocesi di Cremona.

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